giovedì 2 settembre 2010
giovedì 11 marzo 2010
Ognuno si esprime come può

lunedì 1 marzo 2010
La fine di un equivoco

mercoledì 11 novembre 2009
Unione di Centro: Stati Generali della Campania
I sessione - Venerdì 13 novembre 2009
15.30 sala Italia Mostra D’Oltremare-
ECONOMIA – IMPRESA – SINDACATO: QUALI SCELTE PER LA CAMPANIA?
Ne discutono:
Giorgio Fiore –Unione Industriali;
Vincenzo Femiano - UGL
Michele Gravano – CGIL
Lina Lucci – CISL
Anna Rea – UIL
Maurizio Maddaloni – ASCOM-CONFCOMMERCIO
Coordina: Prof. Sergio Barile
ORE 16:30
Interviene: On. Ciriaco DE MITA
ORE 17:30
DISCUSSIONE GENERALE
Ore 18:30
L’UNIVERSITA’ PROTAGONISTA DELLO SVILUPPO DELLA REGIONE
Intervengono i Rettori:
Prof. Filippo Bencardino – Università del Sannio;
Prof. Francesco De Sanctis – Università Suor Orsola Benincasa;
Prof. Gennaro Ferrara – Università Parthenope;
Prof. Raimondo Pasquino – Università di Salerno;
Prof. Guido Trombetti – Università Federico II Napoli
Coordina: On. Rocco Buttiglione
II sessione – Sabato 14 novembre 2009
9,30 Teatro Mediterraneo Mostra D’Oltremare
POTERI REGIONALI E ISTITUZIONI SUL TERRITORIO
Ne discutono:
Prof. Pietro Ciarlo - Università di Cagliari
Prof. Franco Massimo Lanocita - Università di Tor Vergata - Roma
Prof. Giovanni Leone – Università Federico II Napoli
Coordina Prof. Antonio Palma
ORE 11:00
DISCUSSIONE GENERALE
ORE 12:00
Conclusioni On. Pierferdinando CASINI
sabato 31 ottobre 2009
Regionali, Zinzi: De Mita non parli a nome di tutta l'Udc

Onorevole come ha giudicato le parole di De Mita?
"Noi avremo una conferenza programmatica il 13 e 14 novembre dove con chiarezza diremo di chi siamo alleati".
Quindi?
"In Campania è impossibile che ci possa essere l’alleanza a sinistra. Da 10 anni siamo all’opposizione del malgoverno di Bassolino e del centrosinistra in Campania".
Ma De Mita ha aperto al dialogo con il Pd.
"Aprire al dialogo non significa sancire un’alleanza e comunque De Mita non può parlare a nome di un intero partito che si esprime in maniera collegiale. È già anomalo quando molti scrivono 'l’Udc di De Mita'. C’è un segretario che è Lorenzo Cesa, un presidente che è Pierferdinando Casini e organismi periferici che decidono".
De Mita è il coordinatore regionale però.
"È presidente della costituente di centro. Alla fine del 2010 o comunque dopo le regionali ci sarà il congresso nazionale. Mi permetta di ribadire una cosa però".
Prego..
"De Mita, che ha una lunga storia alle spalle, ha parlato di dialogo e noi non neghiamo a nessuno il dialogo. Allearsi è cosa ben diversa".
Lei preferirebbe il centrodestra o il centrosinistra?
"Io mi attengo alle scelte collegiali del partito qualsiasi esse siano, ma vedo difficile un’alleanza con una coalizione che ha fatto scempi in ogni campo".
Quindi esclude l’ipotesi?
"Io non posso escludere. Ripeto, decidiamo in maniera collegiale ma non credo che l’Udc si svegli in un momento di incoscienza e pensi all’alleanza con il Pd in questa regione".
mercoledì 28 ottobre 2009
Cesa: De Mita apre al Pd? Non credo trovi consensi nell'Udc della Campania
Il leader Udc: «In Campania si parte già alleati del Pdl
E comunque resta la linea di principio: andare da soli»
NAPOLI — Il leader nazionale dell’Udc, Lorenzo Cesa, pesa le parole: ricama preamboli, erige premesse, distingue con certosina perizia dialettica «le dinamiche territoriali » dalla «linea politica nazionale». Ma poi inchioda il pensiero ad un punto di chiarezza: «Forse oggi è prematuro indicare chi sono i nostri alleati per le prossime elezioni regionali. Ma in Campania, se dovessimo stringere un rapporto di collaborazione, credo sia naturale far riferimento al recente orientamento emerso in occasione delle consultazioni provinciali di Napoli, Salerno e Avellino: ritengo che sarebbe la cosa più naturale andare con il Pdl».
Ieri, tuttavia, De Mita in un’intervista a Il Mattino ha quasi suggerito un’apertura al Pd. Come la spiega?
«Premetto che noi rimaniamo alternativi sia al centrodestra che al centrosinistra perché è questo l’unico modo per costruire un partito che superi il bipolarismo e i due blocchi politici condizionati, da una parte, dal populismo della Lega, e, dall’altra, da quello di Di Pietro. Detto questo, a Napoli, alle ultime provinciali, dopo essere andati da soli, abbiamo stretto un’alleanza con il Pdl. C’è un orientamento che tuttora spinge verso il centrodestra. Ora procederemo alle assemblee regionali, tra cui quella campana, prevista per metà novembre, e affronteremo definitivamente anche questi nodi».
A livello nazionale voi suggerite di andare da soli. Poi, a livello locale, lasciate le mani libere ai vostri dirigenti territoriali. Non crede che il vostro sia un atteggiamento un po’ troppo ondivago?
«Se si va da soli non c’è alcuna ombra di ambiguità».
Certo, ma ora ha finito di dire che c’è un orientamento dell’Udc emerso di recente in Campania che spinge naturalmente verso il centrodestra.
«Nel caso in cui ci troveremo a schierarci a favore di un’aggregazione politica piuttosto che per un’altra pretenderemo di sapere chi sarà il candidato presidente della Regione e quali saranno i programmi da condividere, dato che contiamo su priorità politiche fondamentali alle quali non potremo mai derogare».
Lei è d’accordo su Cosentino o su Viespoli candidato presidente del centrodestra in Campania?
«Non credo che siamo giunti già alla fase della verifica politica di questi argomenti ».
In Campania chi è l’interlocutore politico legittimato a trattare con gli eventuali alleati: De Mita, coordinatore dell’Unione di centro, o il segretario regionale dell’Udc, Zinzi?
«Quella campana è una realtà complessa. De Mita è il coordinatore dell’Unione di centro. Ma c’è anche un gruppo dirigente. Quando convocheranno l’organismo politico, il coordinamento, parleranno e discuteranno sul da farsi. Probabilmente si so no già confrontati. Da quanto si sa, gli altri esponenti di vertice del partito pare che abbiano un’opinione diversa da quella di chi li coordina. Detto questo, io ho un mio metodo di lavoro che è quello della condivisione delle decisioni da prendere. Poi, ognuno può dire ciò che vuole e pensarla come crede».
Resta la difficoltà generata dalla sovrapposizione degli organismi dell’Udc e del coordinamento dell’Unione di centro.
«L’Udc è il motore dell’Unione di centro. Anche io, ormai, godo di competenze più limitate in vista della costruzione del nuovo soggetto politico. Ma ribadisco: le decisioni inerenti le alleanze da organizzare in vista delle prossime elezioni regionali non possono essere assunte così, all’improvviso e da un uomo solo, ma occorre rinviare la scelta a dopo la discussione nell’assemblea programmatica. Insomma, occorre un discorso ampio, allargato, una discussione approfondita, prima di poter indica re un orientamento politico definitivo».
Angelo Agrippa
28 ottobre 2009
lunedì 30 marzo 2009
L'intervento del segretario cittadino alla inaugurazione della nuova sede

Solo oggi, dicevo ripetendomi, in quanto quelli che per loro sembrano degli obiettivi da raggiungere, per noi sono stati degli irrinunciabili punti di partenza. Erano necessari e cogenti dal 2001, anno in cui hanno iniziato ad essere parte rilevante di una amministrazione che si è caratterizzata per contravvenire alle regole oggi richiamate.
E parlo per il momento dei soli preamboli sulla legalità e sul livello di civiltà politica della nostra città.
Anche io ho bisogno di un preambolo per passare poi alle necessarie conseguenti considerazioni su tali aspetti.
Condivido le affermazioni circa la necessità che le convergenze vadano a realizzarsi su un programma ma ritengo nel contempo indispensabile valutare anche chi quel progetto è chiamato a realizzare. Non per esprimere giudizi sugli uomini ma sulla loro propensione a renderlo fattibile.
Per semplificare (e forse banalizzando): pur condividendo il principio della necessaria conversione della umanità al cristianesimo, mi guarderei bene dall’affidare oggi il compito ai “crociati”, o pari similitudini, altro che scegliere "per quale strada andare a Caserta", come ci si è espresso qualche tempo fa.
Il conseguente corollario mi rafforza nella diffidenza verso chi nella concretizzazione storica di quei principi ha miseramente fallito.
E quindi, per quanto noioso, mi corre l’obbligo di ricordare:
1. sulla questione morale
- gli amici consiglieri comunali ricordano le molteplici occasioni in cui abbiamo chiesto un apposito consiglio comunale (all’epoca però non pensavamo che altri avrebbero valutato gli stessi fatti come sintomo di infiltrazione camorristica);
2. sul rispetto delle istituzioni e della funzione di consigliere comunale
- ricordiamo le volte in cui per poter esercitare le prerogative di consiglieri comunali abbiamo dovuto rivolgerci al Prefetto (convocazione, accesso agli atti, ecc.);
3. sulla partecipazione del cittadino, dei giovani e delle associazioni
- come dimenticare la triste, per quanto inaudita, vicenda del “Forum” giovanile
4. sulla trasparenza nell’affidamento degli incarichi professionali
- la nostra proposta (bocciata) di (re)istituire un apposito registro dei professionisti locali; di istituire l’ufficio legale utilizzando le professionalità interne al Comune;
5. sul rispetto dei deliberati consiliari
- non possiamo dimenticare che l’adesione al progetto di “Città sane” è stata poi utilizzata per realizzare estemporanee convenzioni.
Chi volesse ne può trarre riscontro tra i documenti del nostro sito web e comunque, per momenti salienti, li ho appena ricordati.
Bastano come sommarie indicazioni riassuntive?
Le parole “coinvolgimento … rispetto … condivisione … apporto di idee”, pertanto, suonano oggi come una crudele beffa, mi sia consentito.
Circa la “fiducia”, meglio soprassedere ... o devo dire anche io, con Fecondo, “garantisco solo per me stesso”?
A leggere i buoni propositi mi sovviene, involontariamente, come una … vecchia solfa.
Tale è anche il concetto sulle convergenze programmatiche, considerando che proviene da una parte che ha retto l’amministrazione comunale per oltre 7 anni, e sulla quale il giudizio del TAR non è stato troppo positivo, salvo contestare, in postilla, che la Commissione d’accesso non ha provato continuità tra la prima e la seconda amministrazione Fecondo.
E’ proprio questo il dato politico: la continuità!
Ed è il dato politico che mi spinge a chiedere:
· ma dove eravate quando quelle “discrepanze” si realizzavano?
· Chi e quali criteri hanno governato la composizione delle liste?
· Chi ha gestito le campagne elettorali e con quali mezzi?
Oggi, quindi, non mi resta che affermare:
· la nostra opposizione a quella amministrazione, in qualunque forma si riproponga o abbia voglia di riproporsi;
· la necessità di tracciare una linea netta di demarcazione rispetto a quel modo di intendere la politica, a dispetto di qualsiasi operazione di maquillage che oggi si vuole condurre;
· la discontinuità assoluta rispetto ad una programmazione affaristica tutta protesa alla realizzazione di cattedrali nel deserto, buone solo per banchettare alle spalle della città e del marcianisano.
La base del nostro progetto politico è questo e su questo stanno lavorando tre nostri dipartimenti programmatici sul cui elaborato chiederemo convergenze e consensi.
Con chi? E’ riportata appena stamattina la affermazione del nostro Segretario Nazionale on.le Lorenzo Cesa il quale, durante la presentazione del sostegno alle candidature per la Provincia di Macerata, lascia la liberta' di scelta ai comitati locali. Così l'ANSA riporta la notizia:
«Abbiamo lasciato liberi i nostri comitati regionali e provinciali di fare delle scelte coerenti: in molte situazioni ci presentiamo da soli, mentre in altre realta' in cui eravamo all'opposizione con il centro destra abbiamo scelto coerentemente di rimanere nella coalizione, sempre tenendo conto delle persone e dei programmi nell'interesse dei territori».
Noi marcianisani, che di bocconi amari ne abbiamo dovuti ingoiare tanti, siamo col nostro Segretario Nazionale e col nostro Segretario Provinciale.
domenica 29 marzo 2009
Elezioni: Cesa, per Udc alleanze decise da comitati locali

sabato 7 marzo 2009
Alleanze, Zinzi: L'Unione di Centro continuerà comunque il dialogo con chi è interessato al cambiamento della Regione
CLAUDIO COLUZZI su IL MATTINO

sabato 21 febbraio 2009
Il manifesto per una nuova Italia

sabato 31 gennaio 2009
Cesa: non comprimere nostro pluralismo a due soli partiti
venerdì 23 gennaio 2009
Elezioni: Casini, meglio soli che male accompagnati

giovedì 15 gennaio 2009
Adesione Unione di Centro 2007-2008 entro il 20 gennaio 2009 oppure online entro il 31 gennaio 2009
con carta di credito attraverso GestPay, servizio fornito da Banca Sella, leader in Italia nel settore delle transazioni via Internet.
Possono accedere al tesseramento on-line gli utenti registrati di "udc-italia.it". Si precisa inoltre che: un utente registrato può procedere all'adesione esclusivamente a titolo personale cioè utilizzando il proprio account di registrazione su http://www.udc-italia.it/ ed effettuando il pagamento con carta di credito intestata al suo stesso nome.
(*) Lo "username" (per es. 'giuseppe65') rappresenta una sorta di 'pseudonimo'; il sistema garantisce la sua unicità: non possono esistere due utenti con lo stesso "username"; al contrario dello "username", che può essere reso pubblico, la "password" (per es. 'gp65zorro') è una sequenza di caratteri da mantenere segreta e, possibilmente, da modificare periodicamente. E' attraverso la coppia "username" e "password" che il sistema sarà in grado di riconoscere l'utente consentendogli l'accesso ai servizi riservati e al profilo personale per eventuali modifiche e/o aggiornamenti.
lunedì 12 gennaio 2009
Casini: Finti partiti come Pd e Pdl non servono è necessario creare una nuova forza

ROMA - «Noi siamo impegnati non solo a superare l' Udc, ma a creare contenitori nuovi che cancellino lo schema bipartitico, una forzatura sia a destra sia a sinistra». Pier Ferdinando Casini è appena tornato da una vacanza a Miami. Dice di aver letto solo sui giornali l' invito di Lorenzo Cesa, il segretario del suo partito, rivolto a Rutelli e Letta per un' adesione alla Costituente di centro. Un intervento a gamba tesa nei travagli del Partito democratico che Veltroni ha giudicato «ineducato». «Le battute possono essere più o meno felici, ma il ragionamento resta. Le case attuali rispondono alla crisi del sistema? Secondo noi no e mi sembra che tanti altri la pensino allo stesso modo». Cominciamo dall' Alitalia. Anche lei vede l' operazione Air France come una svendita? «Direi di più, è uno spot elettorale che agli italiani costerà un sacco di soldi. Sgombrato il campo da pregiudiziali antiberlusconiane siamo di fronte a una vicenda nata male e finita peggio. Con i debiti caricati sulle spalle dei cittadini e capitani coraggiosi che tutto meritano tranne il pubblico elogio. Hanno messo su una legittima manovra imprenditoriale ma non pretendano un grazie dal Paese». Dietro la lotta tra Fiumicino e Malpensa, tra Lega e Berlusconi, c' è qualcosa di più di un problema di hub? «Ma certo. Quando si diceva che senza l' Udc il centrodestra sarebbe stato più compatto, si individuava un bersaglio di comodo. Nel Pdl non c' è omogeneità politica e il tempo renderà ancora più evidente questa situazione. Non me ne rallegro, ma è così». Condivide la posizione di Fini sulla giustizia? «è una posizione equilibrata, come equilibrate sono le parole di Alfano. Serve una convergenza ampia per fare una riforma. Riforma necessaria, aggiungo, se è vero che il presidente della Repubblica deve intervenire sul rapporto tra procure, se un democratico come Mancino lancia il suo grido di allarme, se interviene un giurista come Vassalli o un politico capace come Violante. Usciamo dalle polemichette su Berlusconi che potevano andare bene in passato ma non oggi. E non rimaniamo intrappolati nelle logiche giustizialiste di Di Pietro che condannano l' opposizione a una minorità permanente». Sullo sfondo però c' è anche il contrasto tra il presidente della Camera e il premier. «Un film già visto, che conosco molto bene. Berlusconi si deve rassegnare: un presidente della Camera esprime posizioni che hanno valenza diversa da quelle del governo. Chi rappresenta un ruolo istituzionale deve farsi carico delle ragioni dell' opposizione altrimenti cade nel ridicolo. Il problema non era Casini ieri come non lo è Fini oggi». Ma le opposizioni tutte danno l' impressione di essere irrilevanti in questa fase. «Dipende prima di tutto dai numeri del Pdl in Parlamento. Eppoi dalle nostre storie. Il centro si è candidato in alternativa a Berlusconi ma anche a Veltroni. E l' Italia dei valori preferisce contrastare l' alleato Pd piuttosto che Berlusconi. Bisogna essere onesti: oggi non c' è un' alternativa all' attuale maggioranza e questo rende più fiacca la qualità del dibattito tra centrodestra e opposizione». è ufficiale l' offerta a Rutelli, Letta e altri moderati di aderire alla Costituente di centro? «Ho letto anch' io sui giornali la dichiarazione di Cesa, non ne ero informato. Ma al netto delle battute, il ragionamento mi sembra chiaro: gli assetti politici attuali, questo bipartitismo forzoso rispondono a una scelta definitiva o no? Io penso di no, non è uno schema utile all' Italia e su questo siamo convinti serva una riflessione serena e seria. Non significa io vengo da te e tu vieni da me, la battuta può essere equivocata, ma la sostanza politica rimane lì come un macigno». Avete offerto a Letta la leadership di questo centro? «Noi non offriamo niente perché rispettiamo tutti. Lavoriamo al superamento dell' Udc e alla creazione di una novità politica. Se questa proposta viene interpretata come un invito a uscire dai partiti d' origine è giusto respingerla al mittente. Ma la domanda è: queste case sono adeguate a rispondere ai problemi del Paese? Se tanti dicono di no qualche ragione ci sarà». Quindi superare l' Udc, ma superare anche il Pd. «Questo assetto, per stare in piedi, per puntellarsi ha bisogno di abolire le preferenze, celebrare finti congressi, organizzare finti partiti che o si riducono alla firma dal notaio o a registrare riunioni interne e riservate come nel caso Jervolino. Beh, noi crediamo che questo non serva al futuro del Paese. Dobbiamo ricostruire un rapporto diverso tra i cittadini e la politica, che non sia autoreferenziale com' è ora. Altrimenti non ci meravigliamo se, basta guardare all' Abruzzo, va a votare il 50 per cento degli aventi diritto». Questo chimerico Centro con chi si allea, destra o sinistra? «Il punto è un altro. Siamo impegnati a smantellare quello che c' è, a far emergere le contraddizioni che esplodono a destra come a sinistra. L' Udc è stato eroico alle elezioni ma oggi sopravvive perché ha una prospettiva politica. Non lavoriamo con lo spirito egoistico di chi cerca di allargare il proprio partito ma con l' idea di andare avanti per fare una cosa nuova che serva all' Italia». Prima o dopo le Europee? «Non è un problema di orologi. L' operazione che abbiamo in testa non ha niente di tattico, nessuno ci corre dietro. Chi ha fretta vada con Berlusconi o si accomodi dove vuole. Con Rutelli e Letta, non è un segreto, registriamo maggiori affinità. Però fanno benissimo a lavorare nel Pd, di cui sono fondatori, perché prevalgano le loro posizioni». Veltroni considera «ineducata» l' ingerenza nelle vicende interne di un altro partito. Effettivamente maramaldeggiare con il Pd in difficoltà non è carino. «Non era intenzione di nessuno, tantomeno di Cesa, essere poco educato. Veltroni sa quanto rispetto e collaborazione, pur avendo storie e percorsi diversi, ha avuto da noi. Le battute possono essere più o meno riuscite, ma consiglio a Walter di non drammatizzare. Se i tre quarti del suo partito, sulla vicenda Rai, avesse avuto la correttezza dell' Udc oggi forse non rischieremmo di essere nel grottesco».
domenica 28 dicembre 2008
Ciriaco De Mita verso il «sì» all'intesa in Irpinia con il centrodestra

ALDO BALESTRA
Avellino.
Ciriaco De Mita verso il «sì» all'intesa in Irpinia con il centrodestra, con nuove, pesanti accuse ai rappresentanti del Pd.
Tutto questo in un'intervista televisiva ad Irpinia Tv, alla vigilia di Natale, che ha scatenato reazioni in entrambi i poli. Il leader di Nusco boccia un'eventuale ipotesi di rimettere insieme il «vecchio» centrosinistra. Per De Mita l’esperienza «è da liquidare e si deve dar vita ad un'altra. E su questo voglio essere molto preciso e molto sereno. Io mi aggregherò con chi ha interesse a definire dei criteri di gestione dell'attività amministrativa in maniera diversa. Ma non dal centrosinistra, dal passato». Ed ancora: «La prefigurazione più probabile è quella di una convergenza con il centrodestra. Ma intorno ad un programma amministrativo. Con tutte le difficoltà che questo passaggio comporta, ma ritengo che questo sia un passaggio salutare, quasi da ”movimento di liberazione” rispetto ad un sistema che quando aveva una nobiltà aveva i suoi difetti, ora abbiamo perso la nobiltà ed abbiamo esaltato i difetti. Bisogna fare questa azione di pulizia». Rispetto alla volontà del deputato Francesco Pionati, ex Udc ora Alleanza di Centro, a scendere in campo per la carica di sindaco di Avellino, è stato lapidario: «Pionati non è candidato a sindaco per noi». E sempre sulle questioni legate al capoluogo irpino, De Mita ha ribadito le critiche a Galasso, definendolo «un semi-Napoleone che s'è misurato sui problemi sempre tentando di non risolverli. La soluzione dei problemi era evitarli». L'atto d'accusa di De Mita ha nuovamente colpito anche Alberta De Simone, ex presidente della Provincia di Avellino. Il presidente regionale della Costituente di Centro, il movimento sostenuto da Casini per rafforzare l’area moderata, ha ripercorso i momenti che hanno preceduto il commissariamento dell'ente: «Evidentemente la piccola regina degli Zar immaginava che poteva prevaricare imbrogliando tutti». De Mita non ha nascosto poi la propria amarezza «per la guerra avviata da ex amici di partito, che comincia in maniera incomprensibile con la mia uscita dal Pd. È una cosa che mi ha segnato. Mi aspettavo rispetto da parte di chi aveva un'opinione diversa nei miei confronti, ma ho registrato un momento di inutile guerra. La guerra andava fatta al competitore e non a me». Infine, una battuta velenosa riservata al senatore Enzo De Luca, con riferimento alla sua attività a Palazzo Santa Lucia: «C'è stato un assessore irpino nella giunta regionale fino all'altro ieri, ma nessuno se n'è accorto. Eppure c'è stato». Il diretto interessato ha preferito non replicare, rinviando ogni risposta («Ma i toni saranno diversi», ha anticipato De Luca) a una conferenza stampa. Nel centrodestra le reazioni sono di segno differente. Il commissario irpino di Forza Italia, l'onorevole Marco Mario Milanese, s'è detto «ben contento della disponibilità di De Mita». «Puntiamo a un patto basato su una serie di proposte per rilanciare la nostra provincia. Un patto allargato, intorno al quale aggregare tutte le forze politiche, eccezion fatta per il Pd, e la società civile. Serve un segnale di rottura da parte di chi ha percorso un tratto con il Pd ed il resto del centrosinistra che hanno fallito. E questo De Mita l'ha fatto». Milanese, comunque, ribadisce «la centralità del Pdl, che è forza di governo». Il coordinatore dell'opposizione in Regione, Franco D'Ercole, s'è mostrato, invece, critico. Ed ha attaccato: «Le dichiarazioni di De Mita sono un concentrato di opinioni che identifica molto di più la sua storia. Non vorrei che quel passato sia diventato poco nobile perché è stato escluso. S'è accorto con ritardo degli sfasci di un sistema di potere, di cui è stato maestro e detentore. De Mita dovrebbe anche dire che ha condiviso le responsabilità maggiori dei disastri».
martedì 7 ottobre 2008
Zinzi: «Niente fretta ma serve discontinuità rispetto agli attuali governi provinciale e regionale»

SERGIO BENEDUCE
Parte con decisione il progetto della Costituente di Centro, il nuovo soggetto politico che vede l’Udc in prima fila per aggregare tutte le forze moderate e cattoliche, proponendo un nuovo contenitore che affronti le problematiche sociali ed economiche nazionali e locali. Ieri sera, presso l’Hotel Pisani di San Nicola la Strada, si è discusso di questo progetto, con i problemi e le prospettive connessi, nel corso dell’assemblea provinciale dell’Udc, che ha visto la partecipazione del deputato e commissario regionale del partito centrista, Domenico Zinzi, e di tutti i dirigenti e i simpatizzanti del partito di Terra di Lavoro. «Per la formazione della Costituente di Centro - spiega Zinzi - è necessario stabilire tempi e regole. Questo progetto ha senso se riusciamo ad allargare la partecipazione e il consenso intorno a esso. Noi contiamo di avere una base elettorale molto più ampia rispetto a ora. Sicuramente non bisogna avere fretta, dando la sensazione di voler bloccare la strada a chi intende aderire. È evidente che l’Udc rappresenterà circa il 90 per cento della Costituente. Perciò il nostro partito avrà un ruolo molto importante nelle scelte». Tra i punti più rilevanti discussi nel corso dell’assemblea provinciale c’è stato quello relativo alle future alleanze che la Costituente di Centro dovrà stabilire, soprattutto a livello locale. «Dobbiamo dire con chiarezza - aggiunge Zinzi - che noi vogliamo marcare una discontinuità rispetto agli attuali governi regionale e provinciale. Il modello di governo della Regione Campania del centrosinistra è fallito e ha prodotto alcuni notevoli disastri, soprattutto nel campo della sanità e dei rifiuti. Questi clamorosi insuccessi dovranno essere ricordati in occasione delle prossime elezioni amministrative. Penso che nessun componente dell’Udc vorrà fare campagna elettorale al fianco di questo centrosinistra». Un discorso che può far pensare a un’apertura nei confronti del Pdl, specie per le elezioni regionali. «Per ora - continua il deputato centrista - non bisogna correre. Il fatto che il Pdl in Campania non abbia la sindrome di autosufficienza può essere considerato importante. È una buona precondizione per avviare un dialogo». Sulla vicenda delle alleanze si è espresso anche il segretario provinciale dell’Udc, Angelo Consoli. «Ora la priorità - dice - è cercare di dar vita a una forza in grado di dare risposte alle emergenze cui ci troviamo di fronte, specie nel nostro territorio. È innegabile che stiamo combattendo contro una delle peggiori giunte regionali di sempre, un’amministrazione provinciale inerte e un Comune di Caserta che brilla solo per la realizzazione di operazioni di carattere urbanistico e amministrativo che non ci convincono affatto». Consoli, poi, avanza una candidatura Udc per la presidenza della provincia di Caserta e la Regione Campania: «L’Udc può ambire a una posizione di leadership sia alla provincia che alla Regione». Dopo il passaggio sulle alleanze, il segretario provinciale centrista ha spiegato la necessità della creazione della Costituente di Centro. «Sin dall’inizio - dice - l’Udc ha sostenuto l’importanza di dare corpo a un simile progetto, capace di creare una forza politica in grado di riequilibrare il panorama politico attuale. C’è bisogno di un contenitore moderato, che sappia affrontare le emergenze economiche e sociali più gravi. Il progetto della Costituente di Centro deve partire dal basso. È controproducente articolare questo soggetto dal vertice, nominando già i vari dirigenti e responsabili. Diventa disarmante entrare in una formazione in cui esiste già il manovratore».
domenica 5 ottobre 2008
sabato 4 ottobre 2008
Regionali: Cesa , alleanza Trento esperimento nazionale

"In Trentino abbiamo appoggiato una scelta per una alleanza diversa rispetto al passato"
(ANSA) - TRENTO, 3 OTT -
"In Trentino abbiamo appoggiato una scelta per una alleanza diversa rispetto al passato - ha chiarito -: in una terra segnata dal mondo cattolico, con De Gasperi, non era tollerabile far guidare la Provincia autonoma di Trento da un leghista. Abbiamo ritenuto fare questa scelta per una condivisione dei valori della nostra area".
In tema di battaglie per gli ideali, Cesa ha ribadito la volonta' dell'Udc di opporsi alla scelta di togliere le preferenze dei candidati per le prossime europee. Abbiamo gia' raccolto 200mila firma contro questa ipotesi" ha detto. "Non voglio piu' dover scegliere a Roma i parlamentari italiani o per l'Europa.
Non voglio piu' questa responsabilita'. La scelta deve essere locale e l'elettore deve poter votare il proprio candidato".
venerdì 3 ottobre 2008
Udc, una costituente per vincere le regionali

domenica 28 settembre 2008
Uione di Centro: lettera di Casini a "Il Mattino"
