Registrazione effettuata il 30 aprile 2008 in occasione della riunione del Comitato Provinciale
Visualizzazione post con etichetta 2008 - Elezioni Politiche. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta 2008 - Elezioni Politiche. Mostra tutti i post
giovedì 1 maggio 2008
martedì 29 aprile 2008
I deputati eletti nelle liste Unione di Centro

UDC, esercitate le opzioni, ecco i Deputati
(ANSA) - ROMA, 28 APR - In seguito alle opzioni esercitate dagli eletti in piu' circoscrizioni, i deputati nelle liste dell'Unione di centro - informa una nota - sono i seguenti:
Michele Vietti, Teresio Delfino, Bruno Tabacci, Savino Pezzotta, Luca Volonte', Anna Teresa Formisano, Roberto Rao, Antonio De Poli, Luisa Capitanio Santolini, Angelo Compagnon, Pier Ferdinando Casini, Gianluca Galletti, Mauro Libe', Francesco Bosi, Nedo Poli, Amedeo Ciccanti, Mario Baccini, Armando Dionisi, Luciano Ciocchetti, Ferdinando Adornato, Nunzio Testa, Michele Pisacane, Francesco Pionati, Domenico Zinzi, Lorenzo Cesa, Rocco Buttiglione, Salvatore Ruggeri, Angelo Cera, Mario Tassone, Roberto Occhiuto, Saverio Romano, Calogero Mannino, Giuseppe Ruvolo, Giuseppe Naro, Giuseppe Drago, Giorgio Oppi
sabato 29 marzo 2008
IO ... PREFERISCO: petizione popolare per la reintroduzione della preferenza per le elezioni al Parlamento

L'articolato proposto si pone la precipua finalità di recuperare, dal punto di vista della rappresentanza, il rapporto tra eletti ed elettori che l'attuale sistema ha sostanzialmente annullato, sì da assicurare il collegamento diretto tra l'eletto e il territorio.»
Leggi i documenti della petizione popolare
domenica 16 marzo 2008
Zinzi: pronto a raccogliere cinquecentomila firme per reintrodurre la preferenza

Luca Tartaglione: inquietanti le dichiarazioni dell'ex ministro Martino

Non credo vi siano più limiti a tale strumentalizzazione e questo per un delegato COCER “operativo” del Corpo dei Bersaglieri è mortificante, così come l’assistere alla strumentalizzazione di una Medaglia d’Oro al Valor Militare ovvero l’eroe di Mogadiscio Gianfranco Paglia candidata alla Camera dal partito di FINI in una posizione (19° in Campania) senza speranze di eleggibilità.
Luca Tartaglione (*)
(*) Primo Maresciallo dei Bersaglieri – delegato Co.Ce.R. dell’Esercito Italiano
lunedì 10 marzo 2008
Un voto per la Provincia di Caserta

Non lo è stato per Cesa e l’intera Direzione Nazionale che, all’unanimità, ha votato il documento finale del 14 febbraio in cui la scelta dell’UDC ha ricevuto l’adesione convinta dei centristi.
Questo Partito ci piace. Perché nel momento delle decisioni porge attenzione alla voce dei suoi aderenti. Perché le scelte subiscono il vaglio della coerenza e non della convenienza. Perché non svende il suo patrimonio di idee e di cultura. Perché, contrariamente a quanto si tende a sostenere da altri, i temi etici entrano nella campagna elettorale.
Sarebbe stato, per molti di noi, incomprensibile uno scioglimento per editto (dal predellino o a mezzo telefono/fax) che non avrebbe dissipato i dubbi su una decisione dal sapore di baratto.
A noi casertani, soprattutto. Da tempo abbiamo imparato a realizzare la politica del confronto delle idee in un panorama politico fatto di spendita di potere e di carrierismo sfrenato spinto a volte anche sino allo scontro fisico.
Noi, invece, finora “piccoli e bistrattati”, col nostro vissuto faremo la nostra parte nel nome della nostra casertanità grazie all’on.le Zinzi che di essa è portavoce. Un voto inutile quello dato all’UDC? Dipende dal significato che vuole darsi alla utilità.
Sezione UDC Marcianise
sabato 8 marzo 2008
Istituito il comitato elettorale: un impegno esaltante

Il gruppo, aperto alla collaborazione degli amici e simpatizzanti, è chiamato ad un impegno continuo in queste giornate che verranno fino al 14 aprile per diffondere e promuovere il manifesto della Unione di Centro ed il programma della lista che vede il presidente Casini candidato a Premier. «E’ un compito che gli amici dell’UDC – dichiara Giovanni Russo - hanno assunto con slancio e nella consapevolezza che c’è la necessità di far conoscere agli elettori la originalità di una scelta non massificante e senza contraddizioni, dettata dalla coerente opzione per la tutela dei valori che contraddistinguono l’impegno dei moderati di centro in un mare politico in cui predominano interesse e convenienza». Il comitato si è dato appuntamento a martedì prossimo per stilare un calendario della campagna elettorale.
Lettera al direttore di "Panorama"

ADDIO
Francesco Zinzi, Marcianise (Ce)
L'unico voto utile

Casini, l’UDC e con essi l’intera unione di centro (popolare, europeista, riformatore) rappresentano l’unica forza omogenea e coesa che si presenta al vaglio degli italiani.
-Di là ci sono coloro che avevano sventolato a mò di vessillo la volontà di presentarsi da soli per poi accogliere tutto e tutti nei loro sconci carrozzoni di coalizioni;
-Di là ci sono coloro che cercano di far dimenticare gli sconquassi fatti nei due anni in cui hanno governato l’Italia;
Di là ci sono coloro che invocano l’auto-proclamazione della Padania e che dopo aver mandato i nostri soldati in delicate missioni estere su scenari di guerra hanno votato contro il rifinanziamento.
È un’opportunità da non sprecare per quanti sono ormai stufi del teatrino delle grosse forze politiche che si ripresentano al voto, ancor una volta con le loro contraddizioni e ambiguità.
La nostra è una forza, la vera realtà nuova e portatrice di innovamento, che si rivolge anche a coloro che negli anni hanno ingrossato le fila della cosiddetta antipolitica perché non si riconoscevano in un bipolarismo sterile e non attento alle vere problematiche che preoccupano giovani ed anziani, lavoratori e non, nord e mezzogiorno.
Votare Casini significa voltare pagina, stroncare il grosso inciucio che Berlusconi e Veltroni si accingono a realizzare a disprezzo della sovranità popolare ed esprimere il proprio consenso a favore della forza politica che sorregge tale candidatura vuol dire consegnare le nostre sorti di cittadini nelle mani di persone e partiti responsabili, concreti e soprattutto seri che al centro del loro operato metteranno l’interesse comune e non più la strenue delegittimazione dell’avversario e l’eliminazione reciproca di ciò che di buono è stato fatto dagli altri.
La coerenza è ciò che contraddistingue Casini e l’intera sua classe dirigente e quando ci sono coerenza e competenza non c’è bisogno di veemenza, quella dannosa portatrice di soli contrasti sociali tra le classi.
Per quanti già votavano UDC; per quanti non lo facevano perché perplessi dal padrone Berlusconi o dai modi leghisti, e per quanti giustamente temono il ritorno della sinistra al governo l’unico vero voto utile è quello a Casini.
Lettera aperta a Ciriaco De Mita, padre nobile del nuovo Centro
Pregiatissimo Onorevole,
questo mio “fiore”, che parte dal cuore di un militante cattolico, già fiero democristiano, che mai si è rassegnato ad una comoda o vigliacca convivenza coi nemici di sempre, vuole essere un segno sincero di gratitudine per quanto ella saprà dare per la ricostruzione dell’area di centro.
Forse grazie a lei e a tanti altri amici come lei questo sogno ricorrente pare che si stia trasformando nella giusta ed attesa realtà, quella che il nostro Paese merita.
Francamente le confesso che in questa sua risoluzione avevo sperato qualche tempo fa quando ebbe a dire che “era arrivato il momento di scendere” per non imbarcarsi sulla zattera PD; poi, il suo ripensamento fece in molti di noi venir meno la fiducia che una nuova antica stagione politica potesse riaffacciarsi.
Ma sa quelli che hanno il coraggio di credere, da impenitenti fideisti, si affidano sempre alla Divina Provvidenza che risponde con amore materno alle attese.
Sì, onorevole, il suo gesto apparentemente può essere visto come la reazione di un soggetto “acido”, non avvezzo a chinare la testa, senza tener da conto, però, che molte nostra azioni trascendono dalla nostra stessa volontà.
Così come, a mio avviso, non fu un caso quando Ella “perseguitato” dagli eventi, abbandonato dai suoi amici di partito, trovò, come è nella sua indole, la forza di reagire e riguadagnarsi, non solo l’onore quanto l’antico rispetto politico.
Ora, onorevole, è il momento di ritornare a testimoniare e combattere con l’antica fierezza che lo caratterizzò da giovane. E’ giunto il momento di consegnare alla storia l’immagine forte di se stesso, quella del combattente che, quando c’è da dare per la propria causa, non si sottrae mai e non abbandona né i propri fratelli né gli amici anche rischiando spesso di non ritrovarseli nel momento del bisogno.
Ora sta a Lei onorevole condurre, quantomeno in Campania, il gioco. So, per certo, che non le servono consigli, so solo di doverle ricordare che molti ripongono in lei grandi aspettative, tra questi ci sono tantissimi come me che nel passato, in ragione di una sterile e abusata purezza, non hanno condiviso il suo operato, condannandola spesso ad accompagnarsi con gente non specchiata.
Ora, onorevole, bisogna far capire a questi occasionali compagni di strada, gli ex comunisti per intenderci, che in ragione di una loro non conoscenza del Vangelo giudicano i cristiani creature dalle mille guance da schiaffeggiare, che esiste un altro passo dello stesso in cui LUI ci invita “ad essere puri come le colombe ma scaltri come i serpenti”.
questo mio “fiore”, che parte dal cuore di un militante cattolico, già fiero democristiano, che mai si è rassegnato ad una comoda o vigliacca convivenza coi nemici di sempre, vuole essere un segno sincero di gratitudine per quanto ella saprà dare per la ricostruzione dell’area di centro.
Forse grazie a lei e a tanti altri amici come lei questo sogno ricorrente pare che si stia trasformando nella giusta ed attesa realtà, quella che il nostro Paese merita.
Francamente le confesso che in questa sua risoluzione avevo sperato qualche tempo fa quando ebbe a dire che “era arrivato il momento di scendere” per non imbarcarsi sulla zattera PD; poi, il suo ripensamento fece in molti di noi venir meno la fiducia che una nuova antica stagione politica potesse riaffacciarsi.
Ma sa quelli che hanno il coraggio di credere, da impenitenti fideisti, si affidano sempre alla Divina Provvidenza che risponde con amore materno alle attese.
Sì, onorevole, il suo gesto apparentemente può essere visto come la reazione di un soggetto “acido”, non avvezzo a chinare la testa, senza tener da conto, però, che molte nostra azioni trascendono dalla nostra stessa volontà.
Così come, a mio avviso, non fu un caso quando Ella “perseguitato” dagli eventi, abbandonato dai suoi amici di partito, trovò, come è nella sua indole, la forza di reagire e riguadagnarsi, non solo l’onore quanto l’antico rispetto politico.
Ora, onorevole, è il momento di ritornare a testimoniare e combattere con l’antica fierezza che lo caratterizzò da giovane. E’ giunto il momento di consegnare alla storia l’immagine forte di se stesso, quella del combattente che, quando c’è da dare per la propria causa, non si sottrae mai e non abbandona né i propri fratelli né gli amici anche rischiando spesso di non ritrovarseli nel momento del bisogno.
Ora sta a Lei onorevole condurre, quantomeno in Campania, il gioco. So, per certo, che non le servono consigli, so solo di doverle ricordare che molti ripongono in lei grandi aspettative, tra questi ci sono tantissimi come me che nel passato, in ragione di una sterile e abusata purezza, non hanno condiviso il suo operato, condannandola spesso ad accompagnarsi con gente non specchiata.
Ora, onorevole, bisogna far capire a questi occasionali compagni di strada, gli ex comunisti per intenderci, che in ragione di una loro non conoscenza del Vangelo giudicano i cristiani creature dalle mille guance da schiaffeggiare, che esiste un altro passo dello stesso in cui LUI ci invita “ad essere puri come le colombe ma scaltri come i serpenti”.
Luigi Malfi
Questo Post è pubblicato su “IL BLOG DEL CONFRONTO” all’indirizzo
mercoledì 5 marzo 2008
«La vera novità è l’Unione di Centro»
DA ROMA Veltroni, lanciando proposte di governissimo, «ha paura». Mentre i risultati che si profilano per l’Unione di Centro «rendono inattendibili i sondaggi di Berlusconi». Mena fendenti a destra e a manca Pier Ferdinando Casini, il candidato premier della lista centrista. E, parlando in Calabria, non dà affatto l’impressione di sentirsi schiacciato tra i due grandi blocchi guidati dall’ex presidente del Consiglio e dall’ex sindaco di Roma. «Credo – ha detto Casini – che la vera novità di queste elezioni sia l’Unione di Centro. È una grande possibilità che si dà agli italiani per far partecipare i moderati al governo del Paese». E ha spiegato: «I grandi partiti fanno gli sbruffoni, ma credo che temano in cuor loro di avere un insuccesso rispetto alle previsioni di vittoria annunciata. Per questo io lavoro perché decolli il nostro progetto nel Paese. Sono molto ottimista. Credo che il grande afflusso di giovani in queste giorni alla nostre prime manifestazioni sia già di per sé emblematico del nostro lavoro e del successo che possiamo avere». Quanto alla possibilità di alleanze dopo le elezioni, il candidato premier dell’Udc ha ribadito: «Le alleanze si fanno prima del voto e non dopo. Noi abbiamo una nostra linea, un nostro progetto e non intendiamo fare sconti a nessuno. Né a Berlusconi, né a Veltroni». Ma gli esponenti della Rosa Bianca puntano il dito contro il sistema politico e mediatico colpevole, a loro giudizio, di oscurare le voci nuove. A Bruno Tabacci sembra «di essere nella Russia di Putin. Non hanno messo il bavaglio a chi non è d’accordo – spiega – ma poco ci manca. Si ha l’impressione che tutto sia ormai già compiuto». Gli fa eco Savino Pezzotta: «Ciò che scandalizza di questa campagna elettorale sono i mezzi con cui qualcuno schiaccia e oscura tutto il resto: ormai siamo di fronte ad una forma di dispotismo morbido». Da Tabacci anche una battuta al fulmicotone sui programmi della Pdl e del Pd: «I loro programmi si assomigliano, soprattutto quando promettono di allargare i diritti e stringere i doveri. Ma con quali costi? Su questa strada alla fine troveremo un Paese disastrato». (G. Gra.) Casini critica gli avversari Tabacci attacca: sembra d’essere nella Russia di Putin. E Pezzotta: siamo di fronte a una forma di dispotismo morbido
De Mita con l’Udc all’assalto del Senato
É tornato ancora una volta a Montecitorio, ieri mattina, ed ha passeggiato in Transatlantico con colleghi deputati e giornalisti. Una «vasca», e poi un’altra ancora. Su e giù. «É stata una mia abitudine per quarant’anni, è vero. Ma sto per perderla. Cambio sede». Ciriaco De Mita ha deciso, correrà per il Senato con l’Udc-Rosa bianca e il motto sturziano «Liberi e forti». Da capolista, in Campania. Sfiderà l’amico Marco Follini, in testa allo schieramento del Partito Democratico, da cui l’ottantenne Ciriaco è uscito lo scorso 20 febbraio, sbattendo la porta e facendo rumore. «Lo ripeta, sono stato cacciato. Ma io non mi sono mica opposto. L’intelligenza non si può misurare con gli anni che passano», chiosa ricordando ancora la storia dell’età e del limite dei tre mandati, che «re Walter» ha ritenuto inderogabile per lui che ne aveva accumulati undici. Il leader di Nusco ha preso la sua decisione dopo l’ultima riunione operativa, ieri mattina, con il segretario nazionale dell’Udc, Lorenzo Cesa. Questione di numeri, percentuali, consistenza sui territori. Il candidato premier Casini, incontrando la volontà del maestro deluso, gli aveva chiesto di dare il massimo spessore all’impegno in campagna elettorale, «trainando» laddove è più difficile ottenere il risultato, al Senato. Accantonata, dunque, l’ipotesi che pure era circolata di un De Mita in corsa alla Camera. «No, lui non ha paura - dice un suo fedelissimo -. E poi è convinto che la dialettica, considerando la differenza di numeri che ci sarà alla Camera con il premio di maggioranza, sia possibile solo al Senato. É lì che si potrà dialogare, far circolare le idee del centro dialogante con il progetto a cui Ciriaco sta contribuendo con tenacia». De Mita, dopo il summit mattutino con Cesa, è tornato nella sua casa romana. «E devo dire - racconta il leader irpino - che non mi sono mica annoiato, tra visite di tanti amici e telefonate da tutto il Mezzogiorno. Sa, avevo letto le liste del Pd di buon mattino e mi ero reso conto del dramma politico che s’è consumato in Campania. Alla Camera, con amici, mi sono concesso una battuta: Vedete? A Napoli dopo la munnezza c’è lo scarto dei politici. Non serve più niente. E nessuno». Ed allora, spiega De Mita, è improvvisamente aumentata una serie di contatti informali che potrebbero portare a grosse novità. In Campania sono tanti i delusi del Partito Democratico: eletti che sono stati «risucchiati» dal repulisti ordinato da Veltroni o stoppati in posizioni non utili per un seggio in Parlamento. L’elenco di scontenti è lungo, in testa ci sono Squeglia a Palumbo. E così via, da Caserta a Benevento passando per Avellino. Meno proteste giungono da Salerno (e non mancano accuse di campanilismo dalla base campana del Pd al salernitano coordinatore regionale, Iannuzzi). De Mita non fa nomi («non mi sembra il caso, aspettiamo ancora un po’»), ma sul triangolo Roma-Napoli-Avellino sta tessendo la sua tela centrista. «Le liste sono lunghe, c’è bisogno di dare forma e contenuto, di suscitare nuova speranza in Campania. E dovrebbe far riflettere il fatto che sono pronti e disponibilissimi a correre con il centro, senza far richieste, politici di spessore ripudiati dal Pd senza ragione».
giovedì 28 febbraio 2008
Elezioni, Rosa bianca-Udc trovato l'accordo. Casini candidato premier
Roma, 28 feb. (Adnkronos) -
Una 'Costituente di centro' per Pier Ferdinando Casini premier. Questo l'accordo raggiunto tra la Rosa bianca e l'Udc per correre insieme alle elezioni politiche. Il nuovo soggetto è aperto anche ad altri apporti: in particolar modo è atteso il sì di Ciriaco De Mita. E' Mario Baccini ad annunciare l'esito della 'trattativa' con l'Udc. Savino Pezzotta sarà il coordinatore della fase costituente, mentre Bruno Tabacci, già in pista come candidato premier, ''farà un passo indietro, per farne due avanti: perché il progetto che si va delineando è quello che avevamo indicato da tempo''.Ancora da definire nei dettagli la questione del simbolo: richiamerà quello dell'Udc, lo scudocrociato con l'indicazione per Casini premier, ma con l'aggiunta della dicitura 'costituente di centro', auspica Baccini. Che però, al di là della 'veste grafica', mette in rilievo il valore del progetto: ''Non vogliamo rifare la Dc, ma ci siamo messi in discussione. Noi per primi abbiamo abbandonato i comfort degli schieramenti e senza paracadute abbiamo lanciato la sfida di rompere questo schema bipolare malato'', per ''offrire una alternativa agli italiani che non si rassegnano a votare o lui o l'altro''.Alla domanda se anche De Mita sarà della partita, Baccini replica: ''Lo spero, anzi faccio un forte appello a De Mita a entrare anche lui in questa costituente di centro''. Baccini però assicura che la Rosa bianca non muore, si presenterà a livello amministrativo. E per quanto riguarda Roma, promette ''grandi e straordinarie novità'' per i prossimi giorni.
sabato 23 febbraio 2008
Il futuro politico di De Mita
Stralcio dell'intervista di Maria Teresa Meli a De Mita pubblicata sul Corriere della Sera il 21 febbraio 2008:
"Ma quale sarà il futuro politico di De Mita?
Si parla del suo possibile ingresso nella Rosa bianca: «Ho la sensazione che questo Partito democratico che si associa a Di Pietro e cerca di raccogliere i radicali, apra uno nuovo spazio di domanda politica. E in questo caso concorrerei».
«Ma — aggiunge l'ex segretario Dc — non sto parlando di un partito intermedio o di un partito piccolo che si allea con gli altri. Io credo che, al di là dei sondaggi, il risultato elettorale fornirà delle sorprese. Se vi fosse un partito che risponde alla domanda di politica possibile, che tenta soluzioni concrete all'ansia di precarietà degli italiani, io ci starei, perché dopo il bipolarismo coatto siamo passati al bipartitismo senz'anima, che non mi piace». Come non piace a De Mita l'alleanza del Pd con Di Pietro, perché «c'è una convenienza meschina» in questa intesa, è quella di «raccogliere qualche punto in più». Ma non è questa la politica che immagina De Mita. E, come dice lui, se non sarà possibile aprire ora quello spazio politico che non vuole farsi schiacciare dal bipartitismo imposto da Veltroni e Berlusconi, De Mita lavorerà perché quello spazio ci sia, magari nella prossima legislatura. Perché come uno dei suoi poeti preferito, Machado, avrebbe voluto farsi trovare dalla morte con la chitarra in mano, lui vorrebbe accogliere quel che il futuro gli riserverà continuando a fare politica."
«Ma — aggiunge l'ex segretario Dc — non sto parlando di un partito intermedio o di un partito piccolo che si allea con gli altri. Io credo che, al di là dei sondaggi, il risultato elettorale fornirà delle sorprese. Se vi fosse un partito che risponde alla domanda di politica possibile, che tenta soluzioni concrete all'ansia di precarietà degli italiani, io ci starei, perché dopo il bipolarismo coatto siamo passati al bipartitismo senz'anima, che non mi piace». Come non piace a De Mita l'alleanza del Pd con Di Pietro, perché «c'è una convenienza meschina» in questa intesa, è quella di «raccogliere qualche punto in più». Ma non è questa la politica che immagina De Mita. E, come dice lui, se non sarà possibile aprire ora quello spazio politico che non vuole farsi schiacciare dal bipartitismo imposto da Veltroni e Berlusconi, De Mita lavorerà perché quello spazio ci sia, magari nella prossima legislatura. Perché come uno dei suoi poeti preferito, Machado, avrebbe voluto farsi trovare dalla morte con la chitarra in mano, lui vorrebbe accogliere quel che il futuro gli riserverà continuando a fare politica."
martedì 19 febbraio 2008
Casini lancia la sfida a Berlusconi e Veltroni: "Lavoro per una maggioranza relativa"

Intervista con il leader Udc dopo la scelta di presentarsi alle elezioni da solo
"Se avessi buttato la mia storia avrei ottenuto tutto, come Fini"
di GIANLUCA LUZI
ROMA - Lo strappo è ufficiale, la telenovela è finita e l'Udc andrà da solo alle elezioni con il suo simbolo. Forse si aprirà il dialogo con la Rosa bianca di Tabacci, Pezzotta e Baccini, ma questo è argomento dei prossimi giorni. Da oggi - avverte Casini, "lavoriamo per una maggioranza relativa", anche con la prospettiva di andare all'opposizione, "ma in modo diverso da Veltroni". Solo contro i due big, perché il fatto "che ci sia un patto reale tra Berlusconi e Veltroni mi sembra chiaro. A cosa porterà non lo so, ma certamente tra i due c'è qualcosa di più di un'intesa cordiale".
"Lavoriamo per una maggioranza relativa". Che significa?
"Significa che se uno corre, corre. Non per finta. Dobbiamo avere una proposta di governo che sia credibile, e bisogna evitare una campagna elettorale di rimessa sugli altri candidati. Non ho voglia di parlare di Berlusconi e di Veltroni, d'ora in poi li chiamerò gli altri candidati".
Ma la campagna elettorale è già monopolizzata da questi "altri candidati".
"Vedo che questi due signori che si preparano da anni alla campagna elettorale, sostanzialmente non sanno altro che riproporre le ricette che i sondaggi gli hanno chiesto di presentare: sgravi fiscali, i provvedimenti sulla famiglia, le agevolazioni, l'abbassamento delle tasse. Si presentano con l'elenco delle solite promesse, con la diversità rispetto al passato che sono quasi uguali. E se si realizzassero ci costerebbero decine di miliardi. Noi invece dobbiamo parlare un linguaggio di verità e responsabilità, non presentare un elenco di promesse che poi non vengono realizzate. Noi non dobbiamo dire quello che gli elettori vogliono sentirsi dire ma quello che noi riteniamo giusto dire".
Faccia qualche esempio dei temi che porterete in campagna elettorale.
"Il numero chiuso all'università che è l'unico modo per cominciare a parlare di merito seriamente e dare una chance ai giovani meritevoli che non sia basata sul censo e la ricchezza. Poi Malpensa. Una compagnia di bandiera che ha spostato centinaia di dipendenti da Roma con un aggravio di costi che non esiste in nessun'altra parte del mondo non può che andare verso il fallimento. Non è possibile salvare l'Alitalia con imprenditori che si fanno dare i soldi dalle banche. E soprattutto Malpensa e Alitalia non possono rimanere legati come fratelli siamesi perché il risultato è che si ammazzano a vicenda. Terzo, bisogna tornare al nucleare. Ci vorranno dieci quindici anni, ma bisogna farlo. Ma vedo che gli altri candidati cercano di scantonare. Esattamente come cercano di scantonare, congiuntamente, sui temi eticamente sensibili perché ritengono che fanno perdere voti".
Lei invece ne parlerà, aborto compreso?
"Ne parlerò perché le leggi si fanno anche sui temi eticamente sensibili. La libertà di coscienza vale per le scelte di fede, se uno va alla messa la domenica o no, ma quando fai una legge sulla fecondazione o sull'aborto è una scelta eticamente sensibile su cui si legifera in Parlamento assumendosi le proprie responsabilità. Ma poiché nei loro calderoni ci sono cose troppo diverse l'una dall'altra, preferiscono che dei temi etici non si parli".
Sull'aborto Ferrara le farà concorrenza.
"E' una testimonianza bella quella di Ferrara sull'aborto, però non credo che sia possibile amministrare un Paese parlando solo di aborto. Una lista monotematica rispetto a una campagna elettorale complessa ha un valore testimoniale ma non politico. Comunque non farò polemica contro di lui perché è una persona che stimo".
E con la Cosa bianca? Lei ha lanciato segnali di avvicinamento.
"Le cose stanno così. Noi abbiamo una nostra coerenza, storia e serietà. Io sono aperto a tutte le convergenze che si possono realizzare senza innestarvi nuove telenovele e nuovi pasticci".
Tabacci la rimprovera di averci pensato troppo tardi, dopo la rottura con Berlusconi.
"Io ho cercato di evitare la rottura fra i moderati. Se si ritiene utile una convergenza, bene. Altrimenti non ci sarà. La forza della nostra proposta non è quella di cercare accorpamenti, ma di essere chiari e limpidi. Non sono disponibile a compromessi ma a dialoghi seri".
Pentito per non aver detto sì al governo Marini? Avrebbe avuto la legge elettorale alla tedesca.
"Bisogna esser realisti. Il governo Marini non avrebbe mai fatto la legge elettorale: solo chi ha poca esperienza di Parlamento pensa che in due o tre mesi sarebbe stato possibile farla. La teoria è una cosa, ma in pratica noi avremmo compromesso la nostra coerenza, fatto un gesto che la gente non avrebbe capito e non avremmo avuto nemmeno la legge elettorale alla tedesca. Per cui non sono pentito, anzi le motivazioni forti che ritrovo in questa campagna elettorale e che mi sento di spiegare alla gente non le avrei avute".
E' vero che le hanno offerto Palazzo Chigi per un sì a Marini?
"Credo che ognuno possa immaginare di che tipo di pressioni sono stato oggetto in quei giorni. Ma non è un merito averle rifiutate, è un dovere. E' chiaro che non mi vendo per Palazzo Chigi così come non mi vendo per il ministero degli Esteri. Il problema è se uno si vende o meno e io non mi vendo".
A proposito, cosa aveva messo sul piatto Berlusconi per entrare nel Pdl senza simbolo dell'Udc?
"E' ovvio che avevo capito da tempo che per me ci poteva essere spazio e grandi riconoscimenti. A condizione che si annullasse un'esperienza politica. E' quello che capiterà a Fini che avrà riconoscimenti, sarà presidente della Camera, ministro degli Esteri o quello che vuole. A patto che annulli la sua esperienza politica. Il problema è perfettamente legittimo, dal punto di vista di Berlusconi è anche coerente perché non vuole condizionamenti di altri partiti. Tranne la Lega perché probabilmente si fida. Anche se ha fatto il ribaltone, mentre io non l'ho mai fatto".
Deluso da Fini?
"L'unica persona di cui vorrei veramente non parlare in questa campagna elettorale è Fini, e credo che sia un grande vantaggio per tutti. Soprattutto per lui".
Il direttore di Avvenire è intervenuto per lei in tv. Cosa faranno i vescovi adesso che la rottura con Berlusconi è definitiva?
"Niente. Non si può confondere l'opinione di una personalità, anche se di grande significato come il direttore di un giornale cattolico, con l'opinione dei vescovi che non partecipano alla politica ma esprimono legittimamente opinioni sulle leggi e su quello che si dibatte nella società italiana. Non mi aspetto nulla, non voglio nulla, sono convinto che non faranno nulla e fanno bene a non fare nulla. Mi ha fatto piacere l'intervista di Boffo ma non comporta certo una scelta. Il '48 è lontano".
Non teme che adesso Berlusconi le svuoti il partito?
"E' l'ultima cosa di cui mi preoccupo. La nostra è un'operazione politica. O scatta un consenso politico o non sarà un portatore di voti in più o in meno a determinare l'esito di questa campagna elettorale. Anzi, adesso che mi ci fa pensare: suggerirò a qualcuno che non troverà spazio nelle nostre candidature di farsela dare da Berlusconi".
E se il voto finisce in parità? Grande coalizione?
"Alla grande coalizione non sono né favorevole né contrario ma deve avere una caratteristica semplice e chiara: non essere fatta per difendere gli interessi di chi la fa, ma per difendere gli interessi del Paese".
lunedì 18 febbraio 2008
Veltroni-Berlusconi: il mancato confronto - L'intervento di Marco Travaglio ad "Annozero"
IL TESTO INTEGRALE DELL’INTERVENTO DI TRAVAGLIO AD “ANNOZERO”
All’estero gli elettori si godono i confronti all’ultimo sangue Obama-Hillary, Schroeder-Merkel. In Italia Berlusconi e Veltroni vanno in tv separatamente e non c'è verso di metterli insieme nemmeno a San Valentino. E chi lo fa il “contraddittorio”? Dovrebbero essere i giornalisti. Ma non è sempre così, com’è avvenuto martedì e mercoledì. Un modello legittimo, purchè non sia l’unico: lì le domande servono al politico per dire quel che vuole. Se mente, nessuno lo interrompe. Se c’è un tema scomodo, non lo si affronta. Ma il contraddittorio dovrebbe contraddire, o no? Qui non c’è mai la seconda domanda per smentire quel che il politico ha detto nella prima risposta. Qualche esempio.
VELTRONIDice: “I giudici possono intercettare chi vogliono, ma poi le intercettazioni non si pubblicano fino al dibattimento”. E’ materia nostra: un giornalista dovrebbe obiettare che succede se si fa così: oggi si pubblicano quando vengono depositate agli avvocati e agli indagati, cioè quando cade il segreto. Se si aspetta il dibattimento, invece, passano anni, e intanto le intercettazioni circolano tra avvocati, indagati, politici, giornalisti. Senza alcun controllo. Si possono usare per ricatti, minacce, trattative, e i cittadini non ne sanno nulla. Non solo, ma non si può sapere subito che cosa ha fatto questo e quello. Oggi ancora non si saprebbe nulla di Moggi e Carraro, furbetti, banche, Fazio, Ricucci, Fiorani, patto Rai-Mediaset, Berlusconi-Saccà, malasanità e lottizzazione in Calabria e in Campania, mafia e politica. Da pochi mesi sapremmo che Cuffaro incontrava mafiosi. Fazio l’han mandato via non per il processo, ma per le telefonate pubblicate. Carraro idem. Saccà e la Bergamini idem. E forse, senza le telefonate Unipol, D’Alema e Fassino non avrebbero investito Veltroni della leadership del Pd. Invece nessuno dice niente, così tutti sono d’accordo.
Vespa: “Anche la Bbc è legata al potere, il presidente è amico di Blair”. Già, ma è sottoposto alla Regina, scelto con pubblico concorso in base a un curriculum, infatti la Bbc fa un mazzo così prima alla Thatcher e poi a Blair. Diceva la Thatcher: “La Bbc non mi piace ma non posso farci nulla”. Magari un politico potesse dire lo stesso della Rai. Qui ci vorrebbe il contraddittorio a Vespa...
Veltroni poi paragona guerra Afghanistan a lotta alla mafia (ma c'è una bella differenza: noi abbiamo invaso uno Stato sovrano, l’esercito afghano non è mai venuto a invadere la Sicilia con la scusa di combattere la mafia)
Veltroni dice che gli inceneritori non fanno male alla salute (e le nanoparticelle cancerogene? silenzio).
Niente domande su conflitto interessi, sulla Gasparri bocciata dalla Corte europea: sono temi che Veltroni non vuole toccare, dunque nessuno glieli chiede.
BERLUSCONI
Vespa tenta di fare prima domanda, ma se la fa Berlusconi da solo.Parte un servizio: una giornalista bionda insegue Berlusconi, un vero agguato: “Rambo lo vuole, non è che si candida alla Casa Bianca?“. Poi chiede un parere a un osservatore distaccato,super partes: “B. ha cambiato la politica”. E’ Bonaiuti, il portavoce di Silvio!
Berlusconi tracima: il mio è unico governo dal ’68 a ridurre pressione fiscale (non è vero: promesso ridurla drasticamente, poi alla fine si vanta di non averla aumentata); noi siamo la nuova moralità nella politica (sic), 106 grandi opere, 1000 km di strade (quali?); la lotta evasione fiscale fa paura agli italiani (o agli evasori?). Poi dice che la lotta all'evasione ha fruttato solo 2 milioni contro i 40 sbandierati da Prodi: ma Prodi non ha mai detto 40, ha detto 18; e, se è solo di 2 milioni, dov’è tutto ‘sto terrore?
Salari: “Col mio governo erano alti, con Prodi sono scesi”. Ma poi dice che i governi non possono far molto per i salari: e allora che c'entra Prodi? Nessuno rileva la contraddizione.Annuncia la chiusura delle frontiere (quali? a chi? come?)
Dice: avremo solo 12 ministri (ma non aveva promesso il ministero dell'Oceania al sen. Randazzo?).
Vespa tira fuori scrivania ciliegio, ma lui non ha portato il Contratto con gl’italiani. Ci stanno lavorando Tremonti-Brunetta. In compenso dice che in Fininvest aveva 56 mila collaboratori (falso: mai avuti più di 30 mila, la metà).
“Io coi rifiuti non c’entro nulla: colpa Bassolino, Pecoraro, Pd di Prodi e Veltroni” (nessuna replica: eppure ha governato 6 anni, e l'emergenza dura da 15, e l'appalto all'Impregilo l'ha dato il governatore Rastrelli di An!)
Grandi opere: "non si può non fare il traforo del Frejus (che però c'è già dal 1870!!!).“A sinistra c'è chi vorrebbe abolire la moneta come voleva Stalin” (e chi sarebbe? nel centrodestra non c'è il partito No Euro che vorrebbe tornare al tallero o alla dracma?).
“Stiamo pensando con don Verzè di portare vita media a 120 anni. Io ne sento 35!“. Dunque conta di vivere 240 anni? Con quale invenzione scientifica?
Vuoto di memoria: “Nel ’94 tentai di mettere d’accordo Zaccagnini con Bossi” (era Martinazzoli, Zaccagnini è morto nell’89, ma nessuno se la sente di correggerlo)
Evasione e condoni: “Chi fa il condono denuncia aver dichiarato di meno, anche a me dà fastidio se c’è evasione, perché sono il primo contribuente italiano” (ma il condono lo fece pure Mediaset, approfittando della legge fatta da Berlusconi: ma nessuno lo dice)
Non una domanda su Mastella e Dini (Berlusconi non era contro i ribaltoni?), processi, conflitto interessi, Europa7, condanna della Gasparri da parte della corte europea. Se non ne parla nemmeno Veltroni, perché dovrebbero parlarne i giornalisti o Berlusconi?
All’estero tutto ciò sarebbe impensabile. Lì il contraddittorio è una cosa seria: un contraddittorio che contraddice. Qui è uno spazio autogestito dai partiti. Viene una certa nostalgia per Tribuna politica di Jader Jacobelli: domanda del giornalista, risposta del politico, replica del giornalista, controreplica del politico. Oggi sarebbe impossibile, anzi sarebbe proprio eversivo. Oggi l’Authority a Jader Jacobelli lo farebbe arrestare.
Dagospia 16 Febbraio 2008
mercoledì 6 febbraio 2008
Elezioni Politiche, ANSA: il timing delle operazioni
ANSA» 2008-02-06 15:46
Elezioni, il timing delle operazioni da qui al voto
(di Francesco Bongarrà)
Elezioni, il timing delle operazioni da qui al voto
(di Francesco Bongarrà)
Con lo scioglimento delle Camere e la fissazione della data delle elezioni per il 13 e 14 aprile parte la procedura elettorale. Ecco la scansione dei tempi e degli adempimenti:
I SIMBOLI: Devono essere depositati al Viminale dai rappresentanti dei partiti tra la mattina del quarantaquattresimo e le 16 quarantaduesimo giorno prima del voto: dunque TRA VENERDI' 29 FEBBRAIO e DOMENICA 2 MARZO.
LE LISTE DI CANDIDATI: Le liste vanno presentate tra la mattina di SABATO 9 MARZO e le 20 di DOMENICA 10. Ogni lista è composta da un numero di candidati non inferiore ad un terzo e non superiore al numero dei seggi assegnati alla circoscrizione elettorale cui si riferisce.
LE FIRME: Le liste devono essere sottoscritte da un numero variabile di elettori, a seconda dell'ampiezza demografica di ogni singola circoscrizione.
Alla CAMERA per la presentazione delle liste servono, in particolare: almeno 1.500 firme nei comuni fino a 500mila abitanti, almeno 2.500 in quelli fino ad un milione di abitanti e almeno 4.000 nei comuni con oltre un milione di abitanti.
Per il SENATO le firme occorrenti sono almeno 1.000 nei comuni fino a 500mila abitanti, almeno 1.750 in quelli fino ad un milione di abitanti e almeno 3.500 nei comuni con più di un milione di abitanti. Tuttavia, in questa tornata elettorale, che si tiene oltre 120 giorni prima la scadenza naturale della legislatura, il numero di firme necessarie alla presentazione della lista viene ridotto alla metà. La raccolta delle firme non è richiesta: per i partiti costituiti in gruppi parlamentari in entrambe le Camere all'inizio della legislatura in corso al momento della convocazione dei comizi; per i partiti collegati in coalizione, con almeno due partiti costituiti in gruppi parlamentari e che abbiano ottenuto come un minimo un seggio alle ultime elezioni europee con un simbolo identico a quello depositato; per i partiti rappresentativi di minoranze linguistiche riconosciute che abbiano ottenuto almeno un seggio alle ultime elezioni politiche. Nessun elettore può sottoscrivere più di una lista di candidati. La raccolta delle firme può avvenire esclusivamente nei 180 giorni antecedenti il termine finale fissato per la presentazione delle candidature.
I SONDAGGI: Ne è vietata la diffusione da SABATO 29 MARZO, ovvero nei 15 giorni che precedono il voto. Dalla data di convocazione dei comizi elettorali la legge vieta a tutte le pubbliche amministrazioni di svolgere attività di comunicazione, compresa quella relativa all'attività istituzionale dell'ente. Non rientrano, invece, nel divieto le attività di comunicazione istituzionale effettuate in forma impersonale ed indispensabili per assolvere con efficacia le funzioni proprie delle amministrazioni pubbliche.
I COMIZI E LE RIUNIONI DI PROPAGANDA ELETTORALE: Si possono tenere da VENERDI' 14 MARZO, ovvero a partire dal trentesimo giorno antecedente la data delle elezioni; sono invece vietati nel giorno precedente e in quelli stabiliti per la consultazione elettorale.
Iscriviti a:
Post (Atom)