da AVVENIRE del 5 marzo 2008
DA ROMA Veltroni, lanciando proposte di governissimo, «ha paura». Mentre i risultati che si profilano per l’Unione di Centro «rendono inattendibili i sondaggi di Berlusconi». Mena fendenti a destra e a manca Pier Ferdinando Casini, il candidato premier della lista centrista. E, parlando in Calabria, non dà affatto l’impressione di sentirsi schiacciato tra i due grandi blocchi guidati dall’ex presidente del Consiglio e dall’ex sindaco di Roma. «Credo – ha detto Casini – che la vera novità di queste elezioni sia l’Unione di Centro. È una grande possibilità che si dà agli italiani per far partecipare i moderati al governo del Paese». E ha spiegato: «I grandi partiti fanno gli sbruffoni, ma credo che temano in cuor loro di avere un insuccesso rispetto alle previsioni di vittoria annunciata. Per questo io lavoro perché decolli il nostro progetto nel Paese. Sono molto ottimista. Credo che il grande afflusso di giovani in queste giorni alla nostre prime manifestazioni sia già di per sé emblematico del nostro lavoro e del successo che possiamo avere». Quanto alla possibilità di alleanze dopo le elezioni, il candidato premier dell’Udc ha ribadito: «Le alleanze si fanno prima del voto e non dopo. Noi abbiamo una nostra linea, un nostro progetto e non intendiamo fare sconti a nessuno. Né a Berlusconi, né a Veltroni». Ma gli esponenti della Rosa Bianca puntano il dito contro il sistema politico e mediatico colpevole, a loro giudizio, di oscurare le voci nuove. A Bruno Tabacci sembra «di essere nella Russia di Putin. Non hanno messo il bavaglio a chi non è d’accordo – spiega – ma poco ci manca. Si ha l’impressione che tutto sia ormai già compiuto». Gli fa eco Savino Pezzotta: «Ciò che scandalizza di questa campagna elettorale sono i mezzi con cui qualcuno schiaccia e oscura tutto il resto: ormai siamo di fronte ad una forma di dispotismo morbido». Da Tabacci anche una battuta al fulmicotone sui programmi della Pdl e del Pd: «I loro programmi si assomigliano, soprattutto quando promettono di allargare i diritti e stringere i doveri. Ma con quali costi? Su questa strada alla fine troveremo un Paese disastrato». (G. Gra.) Casini critica gli avversari Tabacci attacca: sembra d’essere nella Russia di Putin. E Pezzotta: siamo di fronte a una forma di dispotismo morbido
DA ROMA Veltroni, lanciando proposte di governissimo, «ha paura». Mentre i risultati che si profilano per l’Unione di Centro «rendono inattendibili i sondaggi di Berlusconi». Mena fendenti a destra e a manca Pier Ferdinando Casini, il candidato premier della lista centrista. E, parlando in Calabria, non dà affatto l’impressione di sentirsi schiacciato tra i due grandi blocchi guidati dall’ex presidente del Consiglio e dall’ex sindaco di Roma. «Credo – ha detto Casini – che la vera novità di queste elezioni sia l’Unione di Centro. È una grande possibilità che si dà agli italiani per far partecipare i moderati al governo del Paese». E ha spiegato: «I grandi partiti fanno gli sbruffoni, ma credo che temano in cuor loro di avere un insuccesso rispetto alle previsioni di vittoria annunciata. Per questo io lavoro perché decolli il nostro progetto nel Paese. Sono molto ottimista. Credo che il grande afflusso di giovani in queste giorni alla nostre prime manifestazioni sia già di per sé emblematico del nostro lavoro e del successo che possiamo avere». Quanto alla possibilità di alleanze dopo le elezioni, il candidato premier dell’Udc ha ribadito: «Le alleanze si fanno prima del voto e non dopo. Noi abbiamo una nostra linea, un nostro progetto e non intendiamo fare sconti a nessuno. Né a Berlusconi, né a Veltroni». Ma gli esponenti della Rosa Bianca puntano il dito contro il sistema politico e mediatico colpevole, a loro giudizio, di oscurare le voci nuove. A Bruno Tabacci sembra «di essere nella Russia di Putin. Non hanno messo il bavaglio a chi non è d’accordo – spiega – ma poco ci manca. Si ha l’impressione che tutto sia ormai già compiuto». Gli fa eco Savino Pezzotta: «Ciò che scandalizza di questa campagna elettorale sono i mezzi con cui qualcuno schiaccia e oscura tutto il resto: ormai siamo di fronte ad una forma di dispotismo morbido». Da Tabacci anche una battuta al fulmicotone sui programmi della Pdl e del Pd: «I loro programmi si assomigliano, soprattutto quando promettono di allargare i diritti e stringere i doveri. Ma con quali costi? Su questa strada alla fine troveremo un Paese disastrato». (G. Gra.) Casini critica gli avversari Tabacci attacca: sembra d’essere nella Russia di Putin. E Pezzotta: siamo di fronte a una forma di dispotismo morbido