sabato 8 marzo 2008

Lettera aperta a Ciriaco De Mita, padre nobile del nuovo Centro

Pregiatissimo Onorevole,
questo mio “fiore”, che parte dal cuore di un militante cattolico, già fiero democristiano, che mai si è rassegnato ad una comoda o vigliacca convivenza coi nemici di sempre, vuole essere un segno sincero di gratitudine per quanto ella saprà dare per la ricostruzione dell’area di centro.
Forse grazie a lei e a tanti altri amici come lei questo sogno ricorrente pare che si stia trasformando nella giusta ed attesa realtà, quella che il nostro Paese merita.
Francamente le confesso che in questa sua risoluzione avevo sperato qualche tempo fa quando ebbe a dire che “era arrivato il momento di scendere” per non imbarcarsi sulla zattera PD; poi, il suo ripensamento fece in molti di noi venir meno la fiducia che una nuova antica stagione politica potesse riaffacciarsi.
Ma sa quelli che hanno il coraggio di credere, da impenitenti fideisti, si affidano sempre alla Divina Provvidenza che risponde con amore materno alle attese.
Sì, onorevole, il suo gesto apparentemente può essere visto come la reazione di un soggetto “acido”, non avvezzo a chinare la testa, senza tener da conto, però, che molte nostra azioni trascendono dalla nostra stessa volontà.
Così come, a mio avviso, non fu un caso quando Ella “perseguitato” dagli eventi, abbandonato dai suoi amici di partito, trovò, come è nella sua indole, la forza di reagire e riguadagnarsi, non solo l’onore quanto l’antico rispetto politico.
Ora, onorevole, è il momento di ritornare a testimoniare e combattere con l’antica fierezza che lo caratterizzò da giovane. E’ giunto il momento di consegnare alla storia l’immagine forte di se stesso, quella del combattente che, quando c’è da dare per la propria causa, non si sottrae mai e non abbandona né i propri fratelli né gli amici anche rischiando spesso di non ritrovarseli nel momento del bisogno.
Ora sta a Lei onorevole condurre, quantomeno in Campania, il gioco. So, per certo, che non le servono consigli, so solo di doverle ricordare che molti ripongono in lei grandi aspettative, tra questi ci sono tantissimi come me che nel passato, in ragione di una sterile e abusata purezza, non hanno condiviso il suo operato, condannandola spesso ad accompagnarsi con gente non specchiata.
Ora, onorevole, bisogna far capire a questi occasionali compagni di strada, gli ex comunisti per intenderci, che in ragione di una loro non conoscenza del Vangelo giudicano i cristiani creature dalle mille guance da schiaffeggiare, che esiste un altro passo dello stesso in cui LUI ci invita “ad essere puri come le colombe ma scaltri come i serpenti”.
Luigi Malfi


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