Parte la campagna elettorale e la Provincia di Caserta trova nell’onorevole Domenico Zinzi il referente vero di una provincia bistrattata e maltrattata dai vertici della politica che oggi nomina i rappresentanti di un elettorato senza tenere in alcun conto la rappresentanza del territorio e le istanze che da questo provengono e che tutela invece mogli, figlie e segretarie. Una nuova avventura per la gente UDC contrassegnata dalla scelta di un partito relativamente piccolo di affrontarla in maniera isolata rispetto ai due “colossi” PD e PDL. Una scelta sofferta, indubitabilmente. Una scelta che ha dovuto fare i conti con la legge elettorale che regola la competizione e che ieri spingeva a coalizzarsi ed oggi, sull’onda della sfida di Veltroni, spinge ad unirsi. Su questo evidentemente contava Berlusconi e questo è stato il parametro decisivo per la scelta di altri.
Non lo è stato per Cesa e l’intera Direzione Nazionale che, all’unanimità, ha votato il documento finale del 14 febbraio in cui la scelta dell’UDC ha ricevuto l’adesione convinta dei centristi.
Questo Partito ci piace. Perché nel momento delle decisioni porge attenzione alla voce dei suoi aderenti. Perché le scelte subiscono il vaglio della coerenza e non della convenienza. Perché non svende il suo patrimonio di idee e di cultura. Perché, contrariamente a quanto si tende a sostenere da altri, i temi etici entrano nella campagna elettorale.
Sarebbe stato, per molti di noi, incomprensibile uno scioglimento per editto (dal predellino o a mezzo telefono/fax) che non avrebbe dissipato i dubbi su una decisione dal sapore di baratto.
A noi casertani, soprattutto. Da tempo abbiamo imparato a realizzare la politica del confronto delle idee in un panorama politico fatto di spendita di potere e di carrierismo sfrenato spinto a volte anche sino allo scontro fisico.
Noi, invece, finora “piccoli e bistrattati”, col nostro vissuto faremo la nostra parte nel nome della nostra casertanità grazie all’on.le Zinzi che di essa è portavoce. Un voto inutile quello dato all’UDC? Dipende dal significato che vuole darsi alla utilità.
Sezione UDC Marcianise
Non lo è stato per Cesa e l’intera Direzione Nazionale che, all’unanimità, ha votato il documento finale del 14 febbraio in cui la scelta dell’UDC ha ricevuto l’adesione convinta dei centristi.
Questo Partito ci piace. Perché nel momento delle decisioni porge attenzione alla voce dei suoi aderenti. Perché le scelte subiscono il vaglio della coerenza e non della convenienza. Perché non svende il suo patrimonio di idee e di cultura. Perché, contrariamente a quanto si tende a sostenere da altri, i temi etici entrano nella campagna elettorale.
Sarebbe stato, per molti di noi, incomprensibile uno scioglimento per editto (dal predellino o a mezzo telefono/fax) che non avrebbe dissipato i dubbi su una decisione dal sapore di baratto.
A noi casertani, soprattutto. Da tempo abbiamo imparato a realizzare la politica del confronto delle idee in un panorama politico fatto di spendita di potere e di carrierismo sfrenato spinto a volte anche sino allo scontro fisico.
Noi, invece, finora “piccoli e bistrattati”, col nostro vissuto faremo la nostra parte nel nome della nostra casertanità grazie all’on.le Zinzi che di essa è portavoce. Un voto inutile quello dato all’UDC? Dipende dal significato che vuole darsi alla utilità.
Sezione UDC Marcianise