
«Alla fine chiarezza è fatta.» Lo afferma il segretario politico dell’UDC Giovanni Russo a commento delle ultime note affidate alla stampa da esponenti locali dell’API di Francesco Rutelli. «Il rammarico è che la scelta interviene in un momento forse eccessivamente tardivo, dopo che, evidentemente, fatta anche stavolta una ricognizione degli spazi, è conseguita la verifica della impossibilità di imporre un diverso organigramma in una platea alla quale essi debbono riconoscere una diversa identità.»
Il coordinatore della "Unione di Centro" marcianisana e vice segretario provinciale, contesta le motivazioni addotte a supporto della scelta: «Invocare percorsi per "ridare dignità alla politica", come loro ancora oggi fanno, li pone di nuovo in una spocchiosa nicchia dalla quale escludere altri. Non disdegniamo gli argomenti della politica, ma questo refrain dura oramai dalle scorse elezioni politiche. Ha stufato. L’uscita dal PD ha motivazioni ben note. Era l’epoca, anche allora, di scontri con la corrente defrancisciana per il migliore posto al sole. Si deve forse considerare che ora è stata trovata la quadratura del cerchio.»
Pure sotto altri aspetti viene in rilievo la tardività della decisione attuale. «Innanzitutto per tempo, e cioè già dallo scorso ottobre, il nostro segretario nazionale Lorenzo Cesa e lo stesso presidente Casini hanno affermato di avere in considerazione le “dinamiche territoriali” ed in quel momento l’orientamento era già stato operativo in occasione delle amministrative del 2009 nelle quali abbiamo concorso con il centrodestra alla vittoria nelle province di Napoli, Salerno ed Avellino ed in altri enti locali. Perché, mi domando, le contestazioni non sono emerse allora ?»
Anche la portavoce regionale dell’Api ha commentato il momento politico ed al suo intervento Giovanni Russo dedica un rilievo finale. «Alla già dirigente regionale del PD, la quale relativamente al sistema sanitario afferma che dovrà essere organizzato in maniera più efficiente, con una progressiva riduzione dei costi della spesa pubblica, sottraendo il potere di scelta dei dirigenti delle ASL e dei primari ospedalieri ai partiti politici, verrebbe da chiedere in quale momento hanno sostenuto, nel remoto e recente passato, queste stesse idee poiché a noi essi risultano essere stati beneficiari di questa gestione che tutto è stato fuorché oculata, come dimostra la vicenda dell'ospedale di Marcianise. E’ stata la nostra linea, invece, a non aver conosciuto momenti di flessione da oltre dieci anni. Alla fine, c’è coerenza da una parte e dall’altra. Per questo ritornano nel loro habitat naturale. Anche noi, in Campania, restiamo fedeli ad un percorso che non ha visto passi indietro.»