Il leader Udc: «In Campania si parte già alleati del Pdl
E comunque resta la linea di principio: andare da soli»
NAPOLI — Il leader nazionale dell’Udc, Lorenzo Cesa, pesa le parole: ricama preamboli, erige premesse, distingue con certosina perizia dialettica «le dinamiche territoriali » dalla «linea politica nazionale». Ma poi inchioda il pensiero ad un punto di chiarezza: «Forse oggi è prematuro indicare chi sono i nostri alleati per le prossime elezioni regionali. Ma in Campania, se dovessimo stringere un rapporto di collaborazione, credo sia naturale far riferimento al recente orientamento emerso in occasione delle consultazioni provinciali di Napoli, Salerno e Avellino: ritengo che sarebbe la cosa più naturale andare con il Pdl».
Ieri, tuttavia, De Mita in un’intervista a Il Mattino ha quasi suggerito un’apertura al Pd. Come la spiega?
«Premetto che noi rimaniamo alternativi sia al centrodestra che al centrosinistra perché è questo l’unico modo per costruire un partito che superi il bipolarismo e i due blocchi politici condizionati, da una parte, dal populismo della Lega, e, dall’altra, da quello di Di Pietro. Detto questo, a Napoli, alle ultime provinciali, dopo essere andati da soli, abbiamo stretto un’alleanza con il Pdl. C’è un orientamento che tuttora spinge verso il centrodestra. Ora procederemo alle assemblee regionali, tra cui quella campana, prevista per metà novembre, e affronteremo definitivamente anche questi nodi».
A livello nazionale voi suggerite di andare da soli. Poi, a livello locale, lasciate le mani libere ai vostri dirigenti territoriali. Non crede che il vostro sia un atteggiamento un po’ troppo ondivago?
«Se si va da soli non c’è alcuna ombra di ambiguità».
Certo, ma ora ha finito di dire che c’è un orientamento dell’Udc emerso di recente in Campania che spinge naturalmente verso il centrodestra.
«Nel caso in cui ci troveremo a schierarci a favore di un’aggregazione politica piuttosto che per un’altra pretenderemo di sapere chi sarà il candidato presidente della Regione e quali saranno i programmi da condividere, dato che contiamo su priorità politiche fondamentali alle quali non potremo mai derogare».
Lei è d’accordo su Cosentino o su Viespoli candidato presidente del centrodestra in Campania?
«Non credo che siamo giunti già alla fase della verifica politica di questi argomenti ».
In Campania chi è l’interlocutore politico legittimato a trattare con gli eventuali alleati: De Mita, coordinatore dell’Unione di centro, o il segretario regionale dell’Udc, Zinzi?
«Quella campana è una realtà complessa. De Mita è il coordinatore dell’Unione di centro. Ma c’è anche un gruppo dirigente. Quando convocheranno l’organismo politico, il coordinamento, parleranno e discuteranno sul da farsi. Probabilmente si so no già confrontati. Da quanto si sa, gli altri esponenti di vertice del partito pare che abbiano un’opinione diversa da quella di chi li coordina. Detto questo, io ho un mio metodo di lavoro che è quello della condivisione delle decisioni da prendere. Poi, ognuno può dire ciò che vuole e pensarla come crede».
Resta la difficoltà generata dalla sovrapposizione degli organismi dell’Udc e del coordinamento dell’Unione di centro.
«L’Udc è il motore dell’Unione di centro. Anche io, ormai, godo di competenze più limitate in vista della costruzione del nuovo soggetto politico. Ma ribadisco: le decisioni inerenti le alleanze da organizzare in vista delle prossime elezioni regionali non possono essere assunte così, all’improvviso e da un uomo solo, ma occorre rinviare la scelta a dopo la discussione nell’assemblea programmatica. Insomma, occorre un discorso ampio, allargato, una discussione approfondita, prima di poter indica re un orientamento politico definitivo».
Angelo Agrippa
28 ottobre 2009