da IL MATTINO del 27/12/2008
ALDO BALESTRA
Avellino.
Ciriaco De Mita verso il «sì» all'intesa in Irpinia con il centrodestra, con nuove, pesanti accuse ai rappresentanti del Pd.
Tutto questo in un'intervista televisiva ad Irpinia Tv, alla vigilia di Natale, che ha scatenato reazioni in entrambi i poli. Il leader di Nusco boccia un'eventuale ipotesi di rimettere insieme il «vecchio» centrosinistra. Per De Mita l’esperienza «è da liquidare e si deve dar vita ad un'altra. E su questo voglio essere molto preciso e molto sereno. Io mi aggregherò con chi ha interesse a definire dei criteri di gestione dell'attività amministrativa in maniera diversa. Ma non dal centrosinistra, dal passato». Ed ancora: «La prefigurazione più probabile è quella di una convergenza con il centrodestra. Ma intorno ad un programma amministrativo. Con tutte le difficoltà che questo passaggio comporta, ma ritengo che questo sia un passaggio salutare, quasi da ”movimento di liberazione” rispetto ad un sistema che quando aveva una nobiltà aveva i suoi difetti, ora abbiamo perso la nobiltà ed abbiamo esaltato i difetti. Bisogna fare questa azione di pulizia». Rispetto alla volontà del deputato Francesco Pionati, ex Udc ora Alleanza di Centro, a scendere in campo per la carica di sindaco di Avellino, è stato lapidario: «Pionati non è candidato a sindaco per noi». E sempre sulle questioni legate al capoluogo irpino, De Mita ha ribadito le critiche a Galasso, definendolo «un semi-Napoleone che s'è misurato sui problemi sempre tentando di non risolverli. La soluzione dei problemi era evitarli». L'atto d'accusa di De Mita ha nuovamente colpito anche Alberta De Simone, ex presidente della Provincia di Avellino. Il presidente regionale della Costituente di Centro, il movimento sostenuto da Casini per rafforzare l’area moderata, ha ripercorso i momenti che hanno preceduto il commissariamento dell'ente: «Evidentemente la piccola regina degli Zar immaginava che poteva prevaricare imbrogliando tutti». De Mita non ha nascosto poi la propria amarezza «per la guerra avviata da ex amici di partito, che comincia in maniera incomprensibile con la mia uscita dal Pd. È una cosa che mi ha segnato. Mi aspettavo rispetto da parte di chi aveva un'opinione diversa nei miei confronti, ma ho registrato un momento di inutile guerra. La guerra andava fatta al competitore e non a me». Infine, una battuta velenosa riservata al senatore Enzo De Luca, con riferimento alla sua attività a Palazzo Santa Lucia: «C'è stato un assessore irpino nella giunta regionale fino all'altro ieri, ma nessuno se n'è accorto. Eppure c'è stato». Il diretto interessato ha preferito non replicare, rinviando ogni risposta («Ma i toni saranno diversi», ha anticipato De Luca) a una conferenza stampa. Nel centrodestra le reazioni sono di segno differente. Il commissario irpino di Forza Italia, l'onorevole Marco Mario Milanese, s'è detto «ben contento della disponibilità di De Mita». «Puntiamo a un patto basato su una serie di proposte per rilanciare la nostra provincia. Un patto allargato, intorno al quale aggregare tutte le forze politiche, eccezion fatta per il Pd, e la società civile. Serve un segnale di rottura da parte di chi ha percorso un tratto con il Pd ed il resto del centrosinistra che hanno fallito. E questo De Mita l'ha fatto». Milanese, comunque, ribadisce «la centralità del Pdl, che è forza di governo». Il coordinatore dell'opposizione in Regione, Franco D'Ercole, s'è mostrato, invece, critico. Ed ha attaccato: «Le dichiarazioni di De Mita sono un concentrato di opinioni che identifica molto di più la sua storia. Non vorrei che quel passato sia diventato poco nobile perché è stato escluso. S'è accorto con ritardo degli sfasci di un sistema di potere, di cui è stato maestro e detentore. De Mita dovrebbe anche dire che ha condiviso le responsabilità maggiori dei disastri».
ALDO BALESTRA
Avellino.
Ciriaco De Mita verso il «sì» all'intesa in Irpinia con il centrodestra, con nuove, pesanti accuse ai rappresentanti del Pd.
Tutto questo in un'intervista televisiva ad Irpinia Tv, alla vigilia di Natale, che ha scatenato reazioni in entrambi i poli. Il leader di Nusco boccia un'eventuale ipotesi di rimettere insieme il «vecchio» centrosinistra. Per De Mita l’esperienza «è da liquidare e si deve dar vita ad un'altra. E su questo voglio essere molto preciso e molto sereno. Io mi aggregherò con chi ha interesse a definire dei criteri di gestione dell'attività amministrativa in maniera diversa. Ma non dal centrosinistra, dal passato». Ed ancora: «La prefigurazione più probabile è quella di una convergenza con il centrodestra. Ma intorno ad un programma amministrativo. Con tutte le difficoltà che questo passaggio comporta, ma ritengo che questo sia un passaggio salutare, quasi da ”movimento di liberazione” rispetto ad un sistema che quando aveva una nobiltà aveva i suoi difetti, ora abbiamo perso la nobiltà ed abbiamo esaltato i difetti. Bisogna fare questa azione di pulizia». Rispetto alla volontà del deputato Francesco Pionati, ex Udc ora Alleanza di Centro, a scendere in campo per la carica di sindaco di Avellino, è stato lapidario: «Pionati non è candidato a sindaco per noi». E sempre sulle questioni legate al capoluogo irpino, De Mita ha ribadito le critiche a Galasso, definendolo «un semi-Napoleone che s'è misurato sui problemi sempre tentando di non risolverli. La soluzione dei problemi era evitarli». L'atto d'accusa di De Mita ha nuovamente colpito anche Alberta De Simone, ex presidente della Provincia di Avellino. Il presidente regionale della Costituente di Centro, il movimento sostenuto da Casini per rafforzare l’area moderata, ha ripercorso i momenti che hanno preceduto il commissariamento dell'ente: «Evidentemente la piccola regina degli Zar immaginava che poteva prevaricare imbrogliando tutti». De Mita non ha nascosto poi la propria amarezza «per la guerra avviata da ex amici di partito, che comincia in maniera incomprensibile con la mia uscita dal Pd. È una cosa che mi ha segnato. Mi aspettavo rispetto da parte di chi aveva un'opinione diversa nei miei confronti, ma ho registrato un momento di inutile guerra. La guerra andava fatta al competitore e non a me». Infine, una battuta velenosa riservata al senatore Enzo De Luca, con riferimento alla sua attività a Palazzo Santa Lucia: «C'è stato un assessore irpino nella giunta regionale fino all'altro ieri, ma nessuno se n'è accorto. Eppure c'è stato». Il diretto interessato ha preferito non replicare, rinviando ogni risposta («Ma i toni saranno diversi», ha anticipato De Luca) a una conferenza stampa. Nel centrodestra le reazioni sono di segno differente. Il commissario irpino di Forza Italia, l'onorevole Marco Mario Milanese, s'è detto «ben contento della disponibilità di De Mita». «Puntiamo a un patto basato su una serie di proposte per rilanciare la nostra provincia. Un patto allargato, intorno al quale aggregare tutte le forze politiche, eccezion fatta per il Pd, e la società civile. Serve un segnale di rottura da parte di chi ha percorso un tratto con il Pd ed il resto del centrosinistra che hanno fallito. E questo De Mita l'ha fatto». Milanese, comunque, ribadisce «la centralità del Pdl, che è forza di governo». Il coordinatore dell'opposizione in Regione, Franco D'Ercole, s'è mostrato, invece, critico. Ed ha attaccato: «Le dichiarazioni di De Mita sono un concentrato di opinioni che identifica molto di più la sua storia. Non vorrei che quel passato sia diventato poco nobile perché è stato escluso. S'è accorto con ritardo degli sfasci di un sistema di potere, di cui è stato maestro e detentore. De Mita dovrebbe anche dire che ha condiviso le responsabilità maggiori dei disastri».