lunedì 30 marzo 2009

L'intervento del segretario cittadino alla inaugurazione della nuova sede

Leggo oggi sorprendenti documenti e comunicati che pongono (però solo oggi) delle imprescindibili enunciazioni di principio sicuramente condivisibili.
Solo oggi, dicevo ripetendomi, in quanto quelli che per loro sembrano degli obiettivi da raggiungere, per noi sono stati degli irrinunciabili punti di partenza. Erano necessari e cogenti dal 2001, anno in cui hanno iniziato ad essere parte rilevante di una amministrazione che si è caratterizzata per contravvenire alle regole oggi richiamate.
E parlo per il momento dei soli preamboli sulla legalità e sul livello di civiltà politica della nostra città.
Anche io ho bisogno di un preambolo per passare poi alle necessarie conseguenti considerazioni su tali aspetti.
Condivido le affermazioni circa la necessità che le convergenze vadano a realizzarsi su un programma ma ritengo nel contempo indispensabile valutare anche chi quel progetto è chiamato a realizzare. Non per esprimere giudizi sugli uomini ma sulla loro propensione a renderlo fattibile.
Per semplificare (e forse banalizzando): pur condividendo il principio della necessaria conversione della umanità al cristianesimo, mi guarderei bene dall’affidare oggi il compito ai “crociati”, o pari similitudini, altro che scegliere "per quale strada andare a Caserta", come ci si è espresso qualche tempo fa.
Il conseguente corollario mi rafforza nella diffidenza verso chi nella concretizzazione storica di quei principi ha miseramente fallito.
E quindi, per quanto noioso, mi corre l’obbligo di ricordare:
1. sulla questione morale
- gli amici consiglieri comunali ricordano le molteplici occasioni in cui abbiamo chiesto un apposito consiglio comunale (all’epoca però non pensavamo che altri avrebbero valutato gli stessi fatti come sintomo di infiltrazione camorristica);
2. sul rispetto delle istituzioni e della funzione di consigliere comunale
- ricordiamo le volte in cui per poter esercitare le prerogative di consiglieri comunali abbiamo dovuto rivolgerci al Prefetto (convocazione, accesso agli atti, ecc.);
3. sulla partecipazione del cittadino, dei giovani e delle associazioni
- come dimenticare la triste, per quanto inaudita, vicenda del “Forum” giovanile
4. sulla trasparenza nell’affidamento degli incarichi professionali
- la nostra proposta (bocciata) di (re)istituire un apposito registro dei professionisti locali; di istituire l’ufficio legale utilizzando le professionalità interne al Comune;
5. sul rispetto dei deliberati consiliari
- non possiamo dimenticare che l’adesione al progetto di “Città sane” è stata poi utilizzata per realizzare estemporanee convenzioni.
Chi volesse ne può trarre riscontro tra i documenti del nostro sito web e comunque, per momenti salienti, li ho appena ricordati.
Bastano come sommarie indicazioni riassuntive?
Le parole “coinvolgimento … rispetto … condivisione … apporto di idee”, pertanto, suonano oggi come una crudele beffa, mi sia consentito.
Circa la “fiducia”, meglio soprassedere ... o devo dire anche io, con Fecondo, “garantisco solo per me stesso”?
A leggere i buoni propositi mi sovviene, involontariamente, come una … vecchia solfa.
Tale è anche il concetto sulle convergenze programmatiche, considerando che proviene da una parte che ha retto l’amministrazione comunale per oltre 7 anni, e sulla quale il giudizio del TAR non è stato troppo positivo, salvo contestare, in postilla, che la Commissione d’accesso non ha provato continuità tra la prima e la seconda amministrazione Fecondo.
E’ proprio questo il dato politico: la continuità!
Ed è il dato politico che mi spinge a chiedere:
· ma dove eravate quando quelle “discrepanze” si realizzavano?
· Chi e quali criteri hanno governato la composizione delle liste?
· Chi ha gestito le campagne elettorali e con quali mezzi?
Oggi, quindi, non mi resta che affermare:
· la nostra opposizione a quella amministrazione, in qualunque forma si riproponga o abbia voglia di riproporsi;
· la necessità di tracciare una linea netta di demarcazione rispetto a quel modo di intendere la politica, a dispetto di qualsiasi operazione di maquillage che oggi si vuole condurre;
· la discontinuità assoluta rispetto ad una programmazione affaristica tutta protesa alla realizzazione di cattedrali nel deserto, buone solo per banchettare alle spalle della città e del marcianisano.
La base del nostro progetto politico è questo e su questo stanno lavorando tre nostri dipartimenti programmatici sul cui elaborato chiederemo convergenze e consensi.
Con chi? E’ riportata appena stamattina la affermazione del nostro Segretario Nazionale on.le Lorenzo Cesa il quale, durante la presentazione del sostegno alle candidature per la Provincia di Macerata, lascia la liberta' di scelta ai comitati locali. Così l'ANSA riporta la notizia:
«Abbiamo lasciato liberi i nostri comitati regionali e provinciali di fare delle scelte coerenti: in molte situazioni ci presentiamo da soli, mentre in altre realta' in cui eravamo all'opposizione con il centro destra abbiamo scelto coerentemente di rimanere nella coalizione, sempre tenendo conto delle persone e dei programmi nell'interesse dei territori».
Noi marcianisani, che di bocconi amari ne abbiamo dovuti ingoiare tanti, siamo col nostro Segretario Nazionale e col nostro Segretario Provinciale.