sabato 7 giugno 2008

Giovanni Russo: La scelta tra PDL e PD non è all’ordine del giorno.

Forza Italia ed Alleanza Nazionale hanno celebrato (rectius: celebreranno) la loro congiunta assemblea generale per dare vita al nuovo Partito del “Popolo delle Libertà” a Marcianise. Ad essi va il nostro più sincero augurio di buon lavoro. I cittadini e gli elettori che in loro pongono speranza e fiducia hanno sicuramente di che gioire se questa nuova entità sarà capace di rispondere alle loro attese e saprà porsi come valido interlocutore della nostra comunità cittadina.
L’occasione offre lo spunto per proseguire una riflessione che l’UDC, a diversi livelli, ha da qualche tempo avviato; da quando, cioè, nella preparazione delle scorse elezioni politiche si è trovata di fronte all’opzione di aderire al centrodestra con le modalità ben note oppure continuare l’esperienza di una idea politica originale rispetto ad un bipartitismo imposto. La scelta fu quella di proporre all’elettorato un progetto di pluralità di voci rispetto ad un sistema che immagina decisioni imposte da una oligarchia molto ristretta seppure posizionata su due fronti; fronti che, del resto ve ne è prova, allora ed oggi trovano convergenza nella tutela delle posizioni acquisite. I primi frutti di una tale impostazione li abbiamo visti: “rappresentanti foresti” che non hanno altro merito se non un ossequioso “curriculum” (per non offendere nessuno). Non so quali risposte potranno dare questi poiché non è la nostra gente il loro riferimento e “dante causa”.
La proposta dell’Unione di Centro, invece, rifuggiva, e rifugge, da una tale impostazione ed il risultato elettorale ci consente oggi di far sentire la nostra voce al di fuori di due cori che, tuttavia, propongono lo stesso spartito. Nel principio di pluralità, sembra evidente, il bipartitismo non ha cittadinanza ed il centrodestra ed il centrosinistra sono luoghi non esclusivi ed anzi addirittura artificiosi.
La riprova la si ha nel fatto che oggi si rimpiange come danno per la politica italiana l’assenza dal Parlamento di esperienze significative, sia a sinistra che a destra, le quali non hanno presenza e voce nelle aule romane ma che sono ben presenti nella realtà territoriale dove il ricatto posto dal falso problema del “voto utile” non sarà possibile. La speranza è che il potere centrale non decida di esautorare totalmente l’elettorato, e quindi anche a livello locale, della facoltà di scegliersi da chi essere governato; il permanere della preferenza, poi, dovrebbe garantire voce a chi saprà raccogliere libero consenso.
Alcuni amici non hanno compreso o condiviso la sfida del nostro partito e di ciò ci dogliamo. Rimane in noi il dubbio che per alcuni quella “non condivisione” sia avulsa da una scelta ideale poiché, riteniamo e forse sbagliamo, ha cercato una risposta in termini di potere, quello che sicuramente non ne sarebbe venuto all’UDC ponendosi “alternativa” ai due colossi che sono nati per la vittoria e non per il governo (cos’altro ha significato la scelta di mantenere coalizzati IDV da una parte e Lega dall’altra visto il permanere della babele?). Vogliamo, tuttavia, credere che l'adesione (addirittura postuma per alcuni) all’uno o all’altro contenitore sia stata dettata da condivisione e non dalla necessità di partecipare alla contrapposizione imposta da “veltrusconi” e trovarsi nel posto giusto al momento giusto.
La nostra valutazione è stata diversa e ad essa vogliamo mantenere fede.
Ai tanti che vogliono tirarci per la giacca o, morbosamente, sapere da che parte stiamo, noi rispondiamo che stiamo al centro, quello per il quale abbiamo lanciato la nostra sfida su valori ed ideali. Nella nostra costruzione della politica il bipartitismo forzoso non ha cittadinanza e la scelta che ci si richiede non è all’ordine del giorno.

Giovanni Russo
Segretario Cittadino di Marcianise e Vice Segretario Provinciale UDC