lunedì 9 giugno 2008

Corriere della Sera: Ds e Margherita, nel PD aria da separati in casa

Il caso Rutelli: «Noi mai socialisti, che problema c' è?». Ma per Veltroni è l' ennesima «rogna»
Ds e Margherita, nel Pd aria da separati in casa
All' Europarlamento in gruppi diversi. Bindi: non siamo la quarta fase della sinistra

ROMA - Non è ancora vita da separati in casa, ma quasi, visto che, almeno in Europa, Ds e margheritini, molto probabilmente, archivieranno il Pd per sedersi su scranni diversi, senza iscriversi allo stesso gruppo parlamentare a Strasburgo. Quando queste due forze politiche si sono unite in matrimonio nel rito c' è stato un vizio di forma. I primi si sono sciolti per convolare a nozze confermando la loro permanenza nel partito socialista europeo, i secondi si sono sciolti confermando la loro contrarietà a questa prospettiva. Entrambi hanno messo nero su bianco, nei documenti congressuali del febbraio scorso, queste loro distinte posizioni. E ora che si intensificano i contatti con i partiti e i leader europei in vista delle elezioni del prossimo anno, la differenza è difficile da aggirare. Francesco Rutelli è stato chiaro con i suoi colleghi di ex partito: l' ipotesi è quella di restare divisi in Europa. Ognuno al proprio posto: i fu Ds con i socialisti, i fu Dl con i liberaldemocratici. E non si tratta di un capriccio dell' ex vice premier, ma di una presa d' atto della realtà. Martin Schulz, capogruppo del Pse a Strasburgo l' ha ripetuto a Walter Veltroni qualche giorno fa: i socialisti non possono cambiare identità per fare un piacere al Partito Democratico. In parole povere, la definizione socialista non si tocca. Ecco perché Rutelli ritiene che si debbano prendere due strade diverse in Europa. Per una volta tanto la Margherita è unita e si è riscoperta partito nel partito: da Marini a Parisi (che chiede «una casa nuova e non la vecchia allargata») nessuno pensa che «si debba confluire nel Pse». Anzi. Come osserva Rosy Bindi: «Il Pd non è la quarta fase del partito della sinistra storica italiana». Del resto, per dirla alla Rutelli, «che problema c' è? Anche il centrodestra sarà diviso in Europa». Lo stop di Rutelli alla confluenza nel partito socialista europeo potrebbe sembrare bizzarro, visto che alle elezioni del parlamento di Strasburgo manca quasi un anno. Così non è, però. La mossa nasce dall' accelerazione che aveva impresso alla vicenda Piero Fassino, che per il Pd si occupa dei rapporti con i colleghi europei. «Lui aveva già dato garanzie al Pse che il partito democratico sarebbe entrato, ma così non sarà. Non ci faranno trovare di fronte al fatto compiuto, perché noi li fermiamo prima», sussurrano gli ex margheritini. Veltroni non è sulla linea di Fassino: per lui questa è una rogna. L' ennesima. Proprio quando aveva stretto definitivamente il patto con una parte della Margherita, la componente degli ex ppi, affidandosi a Fioroni e Franceschini per la gestione del partito e promettendo la presidenza del Pd a Marini, nell' assemblea che si terrà tra due settimane. Ma è proprio Fioroni che non transige: «Dobbiamo fare qualcosa di nuovo in Europa come lo abbiamo fatto qui in Italia con il Pd». Probabilmente tutto sarebbe stato più semplice se Veltroni avesse vinto. In pre campagna elettorale persino un democristiano come Marini sembrava non dare eccessivo peso alla prospettiva di finire con i socialisti in Europa. Ma la sconfitta ha fatto riflettere gli ex margheritini. Nelle elezioni non siamo riusciti a prendere i voti del centro - è il succo del ragionamento di Rutelli - e se ora ci sediamo tutti insieme nel Pse va a finire che il Partito Democratico appare come la prosecuzione dei Ds. E invece gli ex Dl pensano a qualcosa di assai diverso: «Il Pd - è il convincimento di Bindi - dovrà essere in qualche modo speculare alla Democrazia cristiana». E' chiaro che la separazione d' Oltralpe non significa che è in vista un divorzio a casa nostra, ma è indicativa di quel che si sta agitando nel Pd che ha perso le elezioni e che, apparentemente, è andato avanti come se nulla fosse. I dalemiani sembrano quasi pensare a un altro partito, gli ex margheritini rimpiangono il loro... Più che un partito, dice con malizia qualche ex ppi, sembra una coalizione.
Maria Teresa Meli
Francesco Rutelli L' ex vicepremier sostiene l' ipotesi di restare divisi in Europa: gli ex Ds con i socialisti, gli ex Dl con i liberaldemocratici ***
Rosy Bindi Prende le distanze dall' idea di una sola formazione europea: «Il Pd non è la quarta fase del partito della sinistra storica italiana» ***
Giuseppe Fioroni È di parere opposto a Rutelli: «Dobbiamo fare qualcosa di nuovo in Europa come lo abbiamo fatto qui in Italia con il Pd»
Meli Maria Teresa
Pagina 13 (8 giugno 2008) - Corriere della Sera