sabato 25 ottobre 2008

Insediamenti: non è tutt'oro quel che luccica

Un vecchio adagio avvertiva che «la malerba cresce presto» ed un altro ancora che «l'oro è un buon servitore ma un cattivo padrone».

Siamo stati protagonisti da oltre tre anni, almeno dall’ottobre 2005 e chi vuole può trovarne traccia nei documenti del Consiglio Comunale riportati pure sul nostro blog cittadino, di una particolare attenzione verso gli atti che l’Ente comunale di Marcianise poneva in essere e dei quali, per diversi motivi, beneficiava una imprenditoria d’assalto ed a tratti spregiudicata con assoluto disprezzo per la nostra città. Parlavamo dei protocolli d’intesa ridotti a carta straccia a totale discapito della occupazione, del patrimonio e della economia delle famiglie e parlavamo anche del fatto che molti atti contenevano il seme per la dismissione e chiusura di vere occasioni di lavoro quali quelle che autonomamente l’imprenditoria locale (edile, commerciale, industriale ed agricola) poteva creare. «Non servirà qualche impiego da commessa o lavapavimenti a reintegrare la dignità cittadina» ricordava in seguito Pasquale Siciliano a proposito del Centro Campania che ad oggi non pare aver ristorato i proprietari dei terreni espropriati.
Identico discorso per Oromare che nel giugno 2007, invece che procedere alla realizzazione di opere di urbanizzazione nel comprensorio occupato potette versare un misero corrispettivo monetario tanto da far dire a Pasquale Salzillo che «Quei pochi spiccioli della monetizzazione, intorno ai 50mila euro, non riesco proprio a definirli un risarcimento per la città». Nonostante le denunce delle opposizioni, negli anni scorsi, nessuno è riuscito a scalfire la credenza della proprietà del Tarì di poter disporre del nostro territorio come meglio crede. In tale convinzione, oltre il 30% delle aree che dovevano rimanere scoperte nel complesso sono state edificate. Nel tempo, addirittura, il Comune di Marcianise aveva concesso un permesso di costruire in deroga per un imprenditore privato e senza la preventiva deliberazione del Consiglio Comunale. Producemmo una interrogazione con la quale il Gruppo consiliare UDC chiedeva conto di ciò poiché si intravedeva in questo il venir meno della funzione di garanzia che un Comune deve esercitare nel rispetto del diritto all’uguaglianza ed all’imparzialità dell’amministrazione nei confronti del cittadino che non deve mai essere discriminato. Il Polo della Qualità è una cattedrale la cui storia è fatta solo di pose della prima pietra ed inaugurazioni in pompa magna ma tant’é. Tutte operazioni finanziarie e null’altro. Oggi è ratificata quella che per noi era una denunzia; ci sono le attestazioni che gli accordi di programma e protocolli di intesa avevano già al momento della sottoscrizione il c.d. “difetto della volontà”. Erano firmati con la contestuale intenzione di non rispettarli ed allorché noi urlavamo ai quattro venti dell’esistenza di questo vizio “contrattuale” eravamo accusati di essere dei provincialotti non abituati a volare alto.
In questi giorni si accinge a presentarsi sulla scena un nuovo evento dal nome “outlet” e non gradiremmo che la nostra città incarnasse ancora una volta il personaggio sciocco della rappresentazione anche se i presupposti per una identica pièce teatrale recitata a soggetto permangono. Ieri amministratori politici “distratti” (?) ed oggi assenti in conseguenza dello scioglimento del consiglio comunale. L’una e l’altra condizione costituiscono, però, l’humus ideale per la crescita della “malerba”.
Dipartimento Economia e Politiche sociali