Al Presidente del Consiglio Comunale
Al Sindaco
Comune di Marcianise
Mozione sulla adesione alla Rete Nazionale Città Sane dell’OMS – Costituzione di un Comitato Tecnico e Scientifico – Costituzione di un Osservatorio
Finanziamento di un progetto di informazione e screening diagnostici – Finanziamento di uno studio sulla consistenza dei “determinanti tumorali”
Il Gruppo Consiliare dell’U.D.C.,
premesso
che nella Regione Campania è in vigore lo stato di emergenza per il problema dello smaltimento dei rifiuti;
che la gestione non corretta del ciclo dei rifiuti e le innumerevoli pratiche illegali legate all’attività di smaltimento dei rifiuti, sia solidi urbani che pericolosi e tossici, hanno determinato sul nostro territorio una crisi ambientale e sanitaria che ha raggiunto ormai livelli preoccupanti;
che uno studio sull’impatto sanitario dei rifiuti nei comuni delle province di Napoli e Caserta, commissionato dalla Protezione Civile alla Organizzazione Mondiale della sanità (OMS) ha confermato la presenza di rischi elevati di mortalità per varie cause e malformazioni congenite;
che, in particolare, i risultati di questa prima analisi hanno messo in evidenza numerosi eccessi di rischio, rispetto al resto della Regione Campania, in comuni compresi in una determinata area al confine tra le due province di Napoli e Caserta;
che, per quanto più direttamente ci tocca, è stata evidenziata un’area nella quale la mortalità generale ed i tassi specifici per diverse patologie tumorali sono particolarmente elevati rispetto ai valori regionali;
che l’area in parola comprende alcuni comuni della parte Sud orientale della Provincia di Caserta ed in specie Marcianise, Capodrise e San Nicola la Strada oltre che Caserta ed alcuni altri dell’agro Aversano, non dimenticando altri a noi limitrofi della provincia di Napoli come Caivano, Frattamaggiore e Sant’Antimo;
che in questa area la mortalità per tutte le cause è stata definita “in eccesso significativo” e che esistono “segnalazioni epidemiologiche” che hanno messo i “determinanti principali dei tumori” in relazione ad esposizioni strettamente ambientali derivanti dalla vicinanza residenziale a siti di trattamento dei rifiuti;
che, ancora in tale studio, si afferma che «le zone a maggior rischio identificate negli studi sulla mortalità e sulle malformazioni congenite in buona parte si sovrappongono e sono interessate dalla presenza di discariche e siti di abbandono incontrollato di rifiuti»;
che tali analisi descrittive sono state, tuttavia, condotte a livello provinciale e su dati provenienti dai nastri di mortalità ISTAT;
considerato
che il menzionato studio sull’impatto sanitario dei rifiuti auspica «l’approfondimento a livello subcomunale, la correlazione con indicatori di esposizione, l’integrazione nello studio di altri esiti sanitari e la valutazione delle associazioni fra la variabilità degli indicatori di salute (mortalità, morbosità, malformazioni congenite sex ratio) e quella degli indicatori di contaminazione ambientale»;
che in tale ottica si rende necessario approfondire studi specifici, all’interno di aree ristrette, sul legame tra l’inquinamento ambientale e le malattie oncologiche realizzando, ad esempio, la registrazione dei casi di cancro ai fini sia descrittivi che analitici;
che sempre in relazione ad aree ristrette, quale quella comunale, si rende necessario l’utilizzo di analisi cliniche, chimiche, biochimiche e genetiche per valutare il rischio reale che corre la popolazione cittadina;
che un recente dossier realizzato dalla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) afferma che delle 157.000 morti causate ogni anno dalle malattie oncologiche circa il 40% potrebbero essere evitate grazie alla prevenzione, sulla considerazione di Pasteur che “noi beviamo, mangiamo o respiriamo il 90% delle nostre malattie” e che è dato oramai acquisito che le principali campagne di screening possono ridurre di oltre il 50% la mortalità per cancro;
che, proprio in tale senso, tra le iniziative promosse dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è oramai diffuso il “Progetto Città Sane” il quale ha per scopo di diffondere la consapevolezza della salute pubblica, sviluppare le politiche locali per la salute ed i programmi sanitari, prevenire e superare le minacce ed i rischi per la salute. Il progetto, gestito dal “Centro per la Salute Urbana” dell'OMS, ha come quadro di riferimento la Carta di Ottawa del 1986 dove l'OMS afferma la stretta relazione che lega la salute con le città ed indirizza le politiche di salute su tre punti fermi:
• integrare le politiche di gestione diretta della salute con le politiche strategiche che appartengono ad altri settori dell’attività amministrativa ma hanno un’influenza sulla salute dei cittadini intesa in senso ampio;
• promuovere lo sviluppo della città secondo criteri di equità, sostenibilità ed attenzione alla persona;
• incoraggiare la partecipazione dei cittadini alle scelte politiche che hanno un effetto concreto sulla loro vita.
che, alla luce della esperienza maturata dai comuni che già fanno parte della “Rete Italiana Città Sane”, occorre anche nella nostra città un’azione di promozione della salute a livello locale mediante appositi piani integrati con i progetti e le scelte programmatiche amministrative nonché correlati a priorità e sostenibilità.
che una tale azione richiede il coinvolgimento di istituzioni e cittadini, quali l’azienda sanitaria locale, l’università, la scuola, le associazioni di categoria e volontariato;
considerato
che sul nostro territorio rimangono forti i dubbi circa molteplici insediamenti siano essi attivi, dismessi o abbandonati (azienda Visocchi, ad esempio) nonché sversatoi illeciti che ancora rimangono ignoti;
che ancora in questi giorni assurgono agli onori della cronaca i rinvenimenti di depositi incontrollati di materiale di oscura provenienza e consistenza;
che il ripetersi di episodi di combustione naturale oltre che dolosa di importanti cumuli di rifiuti rendono preoccupante lo stato di inquinamento atmosferico e comunque ambientale;
ritenuto
necessario realizzare in tema sanitario una proficua attività per l'implementazione e l’attuazione degli interventi nella logica intersettoriale,
ritenuto
altresì, di poter reperire i fondi nella recente disponibilità di circa 5milioni di euro acquisita con gli introiti di oneri di urbanizzazione
propone
A) L'adesione della Città di Marcianise alla Rete nazionale di Città Sane dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.), che riunisce le città italiane aderenti, nell'azione di promozione della salute, intesa nella sua accezione più ampia e globale del termine, impegnandosi in modo specifico nel raggiungimento degli obiettivi di informazione ed educazione alla salute della popolazione.
B) La costituzione di un Comitato Tecnico Scientifico che rappresenti i vari organismi e settori dell'amministrazione della città ed operi in maniera pluridisciplinare nelle tematiche del Progetto, come è previsto e prescritto dall'O.M.S. stesso, al fine di dare organicità alle iniziative, altrimenti frammentarie.
C) La costituzione di un Osservatorio quale organismo di più ampia partecipazione esteso alle Associazioni del Volontariato e del Privato sociale per realizzare un'efficace sinergia di lavoro in tema di salute.
D) L’avvio - in regime di convenzione con istituti e/o aziende ospedaliere di alta specializzazione - di un’azione di informazione ed educazione sanitaria sulle diverse patologie oncologiche e di screening diagnostici mirati per la fascia giovani-adulti (19/49 anni) relativamente a mammella, collo dell’utero, colon retto, melanoma e prostata.
E) La progettazione immediata, in tema di cancerogenesi ambientale, di uno studio di ricerca in ordine alla incidenza e consistenza nell’ambito del territorio cittadino di quelli che sono definiti gli indicatori di “contaminazione ambientale” e relativi ai “determinanti principali” dei tumori.
Marcianise, 4 agosto 2007
Al Sindaco
Comune di Marcianise
Mozione sulla adesione alla Rete Nazionale Città Sane dell’OMS – Costituzione di un Comitato Tecnico e Scientifico – Costituzione di un Osservatorio
Finanziamento di un progetto di informazione e screening diagnostici – Finanziamento di uno studio sulla consistenza dei “determinanti tumorali”
Il Gruppo Consiliare dell’U.D.C.,
premesso
che nella Regione Campania è in vigore lo stato di emergenza per il problema dello smaltimento dei rifiuti;
che la gestione non corretta del ciclo dei rifiuti e le innumerevoli pratiche illegali legate all’attività di smaltimento dei rifiuti, sia solidi urbani che pericolosi e tossici, hanno determinato sul nostro territorio una crisi ambientale e sanitaria che ha raggiunto ormai livelli preoccupanti;
che uno studio sull’impatto sanitario dei rifiuti nei comuni delle province di Napoli e Caserta, commissionato dalla Protezione Civile alla Organizzazione Mondiale della sanità (OMS) ha confermato la presenza di rischi elevati di mortalità per varie cause e malformazioni congenite;
che, in particolare, i risultati di questa prima analisi hanno messo in evidenza numerosi eccessi di rischio, rispetto al resto della Regione Campania, in comuni compresi in una determinata area al confine tra le due province di Napoli e Caserta;
che, per quanto più direttamente ci tocca, è stata evidenziata un’area nella quale la mortalità generale ed i tassi specifici per diverse patologie tumorali sono particolarmente elevati rispetto ai valori regionali;
che l’area in parola comprende alcuni comuni della parte Sud orientale della Provincia di Caserta ed in specie Marcianise, Capodrise e San Nicola la Strada oltre che Caserta ed alcuni altri dell’agro Aversano, non dimenticando altri a noi limitrofi della provincia di Napoli come Caivano, Frattamaggiore e Sant’Antimo;
che in questa area la mortalità per tutte le cause è stata definita “in eccesso significativo” e che esistono “segnalazioni epidemiologiche” che hanno messo i “determinanti principali dei tumori” in relazione ad esposizioni strettamente ambientali derivanti dalla vicinanza residenziale a siti di trattamento dei rifiuti;
che, ancora in tale studio, si afferma che «le zone a maggior rischio identificate negli studi sulla mortalità e sulle malformazioni congenite in buona parte si sovrappongono e sono interessate dalla presenza di discariche e siti di abbandono incontrollato di rifiuti»;
che tali analisi descrittive sono state, tuttavia, condotte a livello provinciale e su dati provenienti dai nastri di mortalità ISTAT;
considerato
che il menzionato studio sull’impatto sanitario dei rifiuti auspica «l’approfondimento a livello subcomunale, la correlazione con indicatori di esposizione, l’integrazione nello studio di altri esiti sanitari e la valutazione delle associazioni fra la variabilità degli indicatori di salute (mortalità, morbosità, malformazioni congenite sex ratio) e quella degli indicatori di contaminazione ambientale»;
che in tale ottica si rende necessario approfondire studi specifici, all’interno di aree ristrette, sul legame tra l’inquinamento ambientale e le malattie oncologiche realizzando, ad esempio, la registrazione dei casi di cancro ai fini sia descrittivi che analitici;
che sempre in relazione ad aree ristrette, quale quella comunale, si rende necessario l’utilizzo di analisi cliniche, chimiche, biochimiche e genetiche per valutare il rischio reale che corre la popolazione cittadina;
che un recente dossier realizzato dalla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) afferma che delle 157.000 morti causate ogni anno dalle malattie oncologiche circa il 40% potrebbero essere evitate grazie alla prevenzione, sulla considerazione di Pasteur che “noi beviamo, mangiamo o respiriamo il 90% delle nostre malattie” e che è dato oramai acquisito che le principali campagne di screening possono ridurre di oltre il 50% la mortalità per cancro;
che, proprio in tale senso, tra le iniziative promosse dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è oramai diffuso il “Progetto Città Sane” il quale ha per scopo di diffondere la consapevolezza della salute pubblica, sviluppare le politiche locali per la salute ed i programmi sanitari, prevenire e superare le minacce ed i rischi per la salute. Il progetto, gestito dal “Centro per la Salute Urbana” dell'OMS, ha come quadro di riferimento la Carta di Ottawa del 1986 dove l'OMS afferma la stretta relazione che lega la salute con le città ed indirizza le politiche di salute su tre punti fermi:
• integrare le politiche di gestione diretta della salute con le politiche strategiche che appartengono ad altri settori dell’attività amministrativa ma hanno un’influenza sulla salute dei cittadini intesa in senso ampio;
• promuovere lo sviluppo della città secondo criteri di equità, sostenibilità ed attenzione alla persona;
• incoraggiare la partecipazione dei cittadini alle scelte politiche che hanno un effetto concreto sulla loro vita.
che, alla luce della esperienza maturata dai comuni che già fanno parte della “Rete Italiana Città Sane”, occorre anche nella nostra città un’azione di promozione della salute a livello locale mediante appositi piani integrati con i progetti e le scelte programmatiche amministrative nonché correlati a priorità e sostenibilità.
che una tale azione richiede il coinvolgimento di istituzioni e cittadini, quali l’azienda sanitaria locale, l’università, la scuola, le associazioni di categoria e volontariato;
considerato
che sul nostro territorio rimangono forti i dubbi circa molteplici insediamenti siano essi attivi, dismessi o abbandonati (azienda Visocchi, ad esempio) nonché sversatoi illeciti che ancora rimangono ignoti;
che ancora in questi giorni assurgono agli onori della cronaca i rinvenimenti di depositi incontrollati di materiale di oscura provenienza e consistenza;
che il ripetersi di episodi di combustione naturale oltre che dolosa di importanti cumuli di rifiuti rendono preoccupante lo stato di inquinamento atmosferico e comunque ambientale;
ritenuto
necessario realizzare in tema sanitario una proficua attività per l'implementazione e l’attuazione degli interventi nella logica intersettoriale,
ritenuto
altresì, di poter reperire i fondi nella recente disponibilità di circa 5milioni di euro acquisita con gli introiti di oneri di urbanizzazione
propone
A) L'adesione della Città di Marcianise alla Rete nazionale di Città Sane dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.), che riunisce le città italiane aderenti, nell'azione di promozione della salute, intesa nella sua accezione più ampia e globale del termine, impegnandosi in modo specifico nel raggiungimento degli obiettivi di informazione ed educazione alla salute della popolazione.
B) La costituzione di un Comitato Tecnico Scientifico che rappresenti i vari organismi e settori dell'amministrazione della città ed operi in maniera pluridisciplinare nelle tematiche del Progetto, come è previsto e prescritto dall'O.M.S. stesso, al fine di dare organicità alle iniziative, altrimenti frammentarie.
C) La costituzione di un Osservatorio quale organismo di più ampia partecipazione esteso alle Associazioni del Volontariato e del Privato sociale per realizzare un'efficace sinergia di lavoro in tema di salute.
D) L’avvio - in regime di convenzione con istituti e/o aziende ospedaliere di alta specializzazione - di un’azione di informazione ed educazione sanitaria sulle diverse patologie oncologiche e di screening diagnostici mirati per la fascia giovani-adulti (19/49 anni) relativamente a mammella, collo dell’utero, colon retto, melanoma e prostata.
E) La progettazione immediata, in tema di cancerogenesi ambientale, di uno studio di ricerca in ordine alla incidenza e consistenza nell’ambito del territorio cittadino di quelli che sono definiti gli indicatori di “contaminazione ambientale” e relativi ai “determinanti principali” dei tumori.
Marcianise, 4 agosto 2007