domenica 30 gennaio 2011

Una nuova cultura per una stagione di cambiamenti

La necessità di creare una formazione socio-politica comune a tutti i cittadini


a cura dell'architetto Maria Merola

La nostra società civile, ormai pienamente in cammino nel nuovo millennio, è sempre più proiettata verso nuove frontiere e nuovi orizzonti culturali. A volte, però, ci viene da pensare a quale cultura ci stiamo abituando e a quali costumi viviamo. In un contesto sociale veloce, in cui anche i rapporti tra le persone si risolvono in poche battute e scarni confronti, risulta difficile pensare, ed ancor più convincersi, che proprio dalle relazioni umane è necessario ripartire per creare luoghi sani di confronto e crescita, non solo umana, ma principalmente civile.
Siamo ormai abituati a vedere noi stessi non più come uomini-arcipelago, ma,piuttosto, come entità isolate, capaci di bastare a se stesse, anche a dispetto e alle spalle di chi condivide con noi un ideale, un lavoro, a volte anche la vita! Siamo abituati a non guardare oltre il nostro orticello, a volte neanche più familiare, ma prettamente personale, determinando un evidente disgregamento di valori!

Sembra dunque necessario fermarsi a pensare, a riflettere, a formarsi… Corriamo talmente tanto dietro ai giorni che si susseguono ininterrottamente, da non renderci più conto del tempo che passa e del tempo che a volte sprechiamo inseguendo chissà che cosa.
Bisogna che ritorniamo ai semplici gesti di un tempo: una chiacchierata faccia a faccia, una pacca sulla spalla, un caffè gustato (non al volo). Bisogna rimettersi a gustare una bella lettura seduti su un divano. Bisogna che la cultura non sia solo titolata ma sia vissuta in una vita reale e non solo virtuale. Bisogna che l’uomo torni a pensare con la sua testa, ad avere propri ideali, a volare alto. Bisogna che l’uomo sogni di lasciare una traccia di sé positiva, che lasci in eredità un mondo migliore, senza ingiustizie e con più meritocrazia!
Ci dobbiamo credere!!!!
Per fare questo è necessario partire dalle nostre origini, dai rapporti umani, dagli occhi negli occhi, dalla lettura delle nostre radici, e, soprattutto, dallo studio di chi ha già percorso i sentieri della sua storia lasciandoci un patrimonio da non sottovalutare.
Non è un uomo che incarna un ideale. Non è dietro un uomo solo che si creano proseliti. Non è un uomo solo che fa il partito: se fosse così, un ideale, una fede, si spegnerebbe in un arco temporale ben definito.
Da questo punto di vista è necessario ripartire dalle fonti, dalle nostre radici ideologiche, da chi nel passato ha dato anche la vita per un ideale.
E per raggiungere questo obiettivo è anche necessario ripartire dal dialogo, anche con chi la pensa diversamente da me, con chi ha altri ideali, altre storie… altri partiti.
A tale scopo è indispensabile creare luoghi di relazione e confronto, di crescita culturale, nei quali, imparando da chi la storia l’ha già fatta, si possa scrivere una nuova storia da lasciare a chi ci seguirà!
Tutto ciò può essere riassunto nella necessità di creare scuole socio-politiche cittadine, in collaborazione con tutti i partiti presenti sul territorio, alla ricerca di un nuovo stile di formazione delle nuove generazioni. Esse potranno essere viste come luoghi di dialogo e collaborazione, bacini di discussione su tematiche di forte attualità e di contestualizzazione delle problematiche presenti.