CLAUDIO COLUZZI
Tris di coordinatori regionali targati Caserta.
Dopo Nicola Cosentino per Fi, Mario Landolfi per An giunge la nomina di Domenico Zinzi a commissario regionale dell’Udc.
Nei giorni scorsi Zinzi ha nettamente chiuso ad un’eventuale intesa con il Pd di De Franciscis. È possibile allora immaginare un patto per Caserta che prenda le mosse proprio da Fi, An e Udc e si fondi su un rapporto speciale tra i tre casertani?
Zinzi ha già avuto modo di affermare che «In provincia di Caserta il Partito democratico, così come confermato dall'ultimo congresso, è ancora fortemente agganciato alle posizioni del presidente Bassolino, che per noi rimane il principale responsabile del disastro in Campania. Ciò non depone bene per un eventuale dialogo tra Udc e Pd, figuriamoci poi per delle future alleanze. Il centrosinistra, partendo dalla Regione e arrivando alla Provincia di Caserta, dove non c'è traccia di provvedimenti concreti per il territorio, deve riconoscere i numerosi errori commessi e compiere qualche importante gesto di discontinuità. Prima di allora, non ci può essere spazio per nessun tipo di dialogo. Uno dei passi che potrebbe mutare lo scenario politico sarebbe un netto cambiamento alla Regione Campania».
Non si sottrae ad un riflessione sull’Udc Nicola Cosentino: «Non si possono certo dimenticare 14 anni durante i quali l’Udc, insieme ad An e Forza Italia, ha condotto una battaglia civile oltre che politica sulla disastrosa gestione del centrosinistra in Campania. E lo stesso ragionamento vale per l’opposizione che, nei fatti, stiamo svolgendo congiuntamente anche alla Provincia e al Comune di Caserta. Per noi la porta all’Udc è sempre aperta anche se un patto per Caserta non può prescindere ad un’intesa regionale. Del resto già ad Avellino c’è questa forma di intesa, a Benevento c’è un ottimo rapporto. Insomma siamo sullo stesso fronte in buona parte della regione. Un confronto più serrato nei prossimi mesi, che io auspico, potrà portare ulteriori risultati in termini di collaborazione».
Mario Landolfi, coordinatore regionale di An, si mostra ugualmente possibilista: «La collaborazione per anni nella Casa di Libertà non è un qualcosa che si cancella con un tratto di spugna. Del resto ho sempre detto che sono gli elettori a volere, e penso questo sia particolarmente valido in provincia di Caserta e in regione Campania, un centrodestra unito. Certo bisogna, in caso di un’intesa da formalizzare, mettere a punto anche una linea politica comune nelle amministrazioni locali. E anche in questo circostanza lo imporrebbe un obbligo di chiarezza nei confronti degli elettori. Il fatto che al momento ci sono tre casertani a guidare, a livello regionale, importanti formazioni politiche come Fi, An e Udc può costituire un valore aggiunto per Terra di Lavoro. I problemi sul tappeto sono tanti e già su molte questioni, indipendentemente dalla linea politica, c’è una piena convergenza». Naturalmente il pensiero di Landolfi non può non correre alle recenti vicende della sua città dove il posizionamento dell’Udc con il candidato del centrosinistra ha di fatto spostato l’ago della bilancia in favore dei suoi avversari politici. Ma il discorso non vale solo a Mondragone. In tante amministrazioni locali potrebbero essere notevoli gli effetti a cascata della nascita del Pdl e di un’eventuale intesa regionale con l’Udc.