lunedì 14 luglio 2008

Le metamorfosi del pensiero

Nulla di nuovo. La riflessione che segue non ha alcun carattere di novità ma mi sembra attuale perché solo oggi (dopo oltre 15 giorni dalla sua pubblicazione) ho letto la reprimenda apparsa su un foglio stampato.
In ragione dei ruoli che in quel momento si presume di rivestire cambia il modo di esprimersi e forse anche il pensiero.
Evidentemente il pensiero “critico” si nutre della convinzione che “l’altro” è portatore di interessi minimi rispetto a quelli nostri mentre il pensiero del “potente” (o presunto tale) si nutre della convinzione che i suoi interessi sono immuni da partigianeria e fondati esclusivamente sull’amore per il vero oltre che (nel caso che ci occupa) per la Città (la maiuscola è d’obbligo).
In maniera blasfema (e di ciò mi scuso a priori) trovo la sintesi parafrasando il vangelo: “perdona loro che non sanno quello che fanno” (pensiero critico) ovvero “perdona loro che non sanno quel che dicono” (pensiero del potente).
Questo il “cappello”.
Nel merito: con la sottoscrizione di un protocollo di intesa (roboante definizione) la catastrofe immanente lascia il posto ad un ottimismo sfrenato. Il motivo: l’arrivo sul proscenio della triade genitoriale che si affianca a quella prefettizia. Risulta evidente, per tale corrente di pensiero, che qualunque voce dissonante non è altro che un «maldestro tentativo di ostracismo, nei confronti di un comitato spontaneo … (e tale ostracismo) avviene anche attraverso il puerile tentativo di sconfortare, con false notizie, il solerte cittadino». Per di più, dissentendo, si dimostra «la vera indole di alcuni esponenti politici» e di una classe dirigente che «mostra una completa apatia e una totale mancanza di senso civico». Chiaro che si parla solo di “alcuni” esponenti politici, non tutti, deo gratias.
Seppure preannunziatami telefonicamente sono rimasto “tramortito” da una tale bacchettata nonché lezione di vita e civica e cercavo immediatamente il modo di ricordare al redattore della nota, ed a quanti da essa sono accomunati, che la meritoria attività del comitato non può giustificare cotanto ardore denigratorio che una volta era rivolto a chi amministrava e che oggi ribalta la sua posizione, permanendogli comunque la propria indole
Poi mi sono detto che quel redattore, l’autore della telefonata ed anche il comitato, se ad essi si associa, non sono in cima ai miei pensieri.
Giovanni Russo
P.S.: Giuro di non conoscere il "redattore" della nota, comunque si firmi. Del resto la voce all'altro capo del telefono non era maschile. GR