La mia interpellanza è rivolta al Sindaco ed all’assessore all’urbanistica , e riguarda la
materia edilizia, la questione è
abbastanza delicata e credo che riguarderà quasi 108 residenti marcianisani.
Con il decreto legge del 30 settembre 2003,
numero 269, convertito nella legge 24 novembre 2003, la numero 326,
segnatamente all'articolo 32 al punto 25, è stata data l'opportunità di presentare
domande di concessione in sanatoria, cosiddetto condono edilizio, a tutti
coloro che avevano realizzato immobili ed ultimati entro la data del 31 marzo
2003. Segnatamente l'articolo così recita per quella parte che ci interessa:
"Le disposizioni di cui ai capi 4 e 5 della legge 28 febbraio '85, numero
47, e successive modifiche ed integrazioni, come ulteriormente modificate
dall'articolo 39 della legge 23 dicembre 1994, numero 724, e successive
modificazioni ed integrazioni, nonchè dal presente articolo, si applicano le
opere abusive che risultano ultimate entro il 31 marzo 2003 e che non abbiano
comportato ampliamento del manufatto superiore al 30 % della volumetria della
costruzione originaria od in alternativa un ampliamento superiore a 750 metri
cubi. Le suddette disposizioni trovano altresì applicazioni alle opere abusive
realizzate nel termine di cui sopra, relative a nuove costruzioni residenziali
non superiori a 750 metri cubi per ogni singola richiesta di titolo abilitativo
edilizio, a condizione che la nuova costruzione non superi complessivamente i
3 mila metri cubi". Il comma 32 dispone che, la domanda per conseguire
questo titolo abilitativo in sanatoria doveva essere presentata, pena di
decadenza, tra l'11 novembre 2004 ed il 10 dicembre 2004, corredato ovviamente
da tutta quanta la documentazione necessaria per il conseguimento del titolo
stesso, sta di fatto che, con la legge regionale del 18 novembre 2004, la
numero 10 pubblicata in pari data ne "La Gazzetta Ufficiale", quindi
7 giorni dopo il termine utile previsto dalla legge nazionale per la
presentazione della domanda di condono, venivano stabiliti dei limiti volumetrici
per l'accesso al condono edilizio, in particolare l'articolo 4 testualmente
recita: "Possono accedere al condono edilizio le opere abusive rentranti
tra le tipologie di cui allegato 1 del decreto legge 269/03, se le stesse hanno
comportando un ampliamento del manufatto inferiore al 15 % della volumetria
della costruzione originaria, sempre che l'ampliamento non superi
complessivamente 250 metri cubi". Quindi come vediamo, è prevista la
possibilità di presentare domande di condono soltanto se è stato realizzato un
ampliamento di un manufatto esistente, mentre la legge nazionale prevedeva un
ampliamento con un'abilità di ampliamento superiore e tralascia la possibilità
di condonare costruzioni che non costituiscono ampliamento ma realizzazioni ex novo.
Sulla base di questa legge regionale, cittadini marcianisani che avevano
perpetrato un abuso ma che avevano titolo perchè rientravano nelle condizioni
previste dall'articolo 32 del decreto legge 269/03 per la presentazione della
domanda di condono, alla luce di questa legge regionale non hanno avanzato
domanda di condono al Comune di Marcianise. Il 10 febbraio 2006 la Corte Costituzionale
con la sentenza numero 49 ha dichiarato l'incostituzionalità dell'articolo 4
della legge regionale campana del 18 novembre 2004, numero 10, cioè quella che
abbiamo letto poco fa. In base all'articolo 136 della Costituzione, una
sentenza dichiarativa di incostituzionalità di una norma ha effetto
retroattivo; alcuni soggetti hanno poi presentato domanda di condono ovviamente
dopo la pubblicazione di questa sentenza della Corte Costituzionale, e
l'ufficio ha respinto la domanda di condono perchè fuori termine,altri
cittadini invece stante il rigore della legge regionale non hanno presentato
alcuna domanda di condono .
Il quesito che pongo al Sindaco ed
all’assessore e credo che vada poi
rimandato come quesito al Ministero è che, è mai possibile che l'incostituzionalità
di una norma regionale, decretata ben due anni dopo, e quindi spirati i termini
utili per la presentazione della domanda di condono possa compromettere
definitivamente alcuni soggetti che avevano titolo per conseguire la domanda in
sanatoria? E' mai possibile una cosa del genere od è il caso di presentare un
quesito al Ministero, anche perché mi risulta che ci sono 108 casi scelti
dalla Regione Campania e dal Commissariato di Governo individuati per immobili
marcianisani per i quali ci sarà l'acquisizione gratuita al patrimonio
comunale del fabbricato e dell'area di sedime, per alcuni già sono stati
acquisiti al patrimonio comunale fabbricati con relativa area di sedime, quindi
fabbricati ex novo che, se avessero presentato e se non ci fosse stata la
norma regionale, se avessero presentato la domanda di condono, ma c'è anche chi
ha fatto il semplice sottotetto in difformità rispetto al permesso di
costruire, e quindi si parla di un ampliamento che rientrava nei cosiddetti
750 metri cubi, anche costoro hanno presentato domanda di condono ed è stata
trasferita la proprietà al Comune di Marcianise non solo il sottotetto ma come
per legge anche dell'area di sedime per la realizzazione di strutture simili,
quindi lo spazio circostante all'abitazione.
Il mio è un invito al
Sindaco ed all’assessore competente affinchè sia posto un quesito al
Ministero, perchè indubbiamente c'è un vuoto legislativo che doveva
essere colmato, nessuno ha colmato questo vuoto legislativo, forse i casi non
si sono presentati per le altre regioni laddove ci sono state norme regionali
più restrittive come quella della Regione Campania, però un dato è certo, che i
cittadini di Marcianise o quelli che avevano titolo per poter conseguire una
concessione in sanatoria si trovano sfavoriti rispetto a cittadini di altre
regioni per le quali norme regionali più restrittive e poi dichiarate
incostituzionali non sono state varate dalla regione di appartenenza. E' una
questione abbastanza delicata che potrebbe poi anche diventare un problema di
ordine pubblico, perchè quando si andrà a demolire queste costruzioni o quando
si andrà a prendere possesso di queste costruzioni non credo che sarà facile,
senz'altro ci saranno delle ribellioni da parte dei soggetti i quali non si
rendono ancora conto, almeno tutti, di quello che sta accadendo alle loro
proprietà. Quali determinazione intende assumere l’amministrazione per
scongiurare disparità di trattamento, esempio pratico : colui che ha commesso un abuso Roma lo ha potuto sanare a mente della cosiddetto
condono BERLUSCONI mentre colui che ha commesso un uguale abuso a Marcianise non ha potuto presentare
domanda di condono, per cui il primo ha visto sanato il proprio manufatto con
incremento anche del suo patrimonio ed il secondo no e peraltro con decremento
del suo patrimonio perche dovrà accollarsi le spese di demolizione dell’edificio
.