lunedì 30 aprile 2012

Interpellanza del Consigliere Siciliano su abusi Edilizi

La mia interpellanza è  rivolta al Sindaco ed  all’assessore all’urbanistica , e riguarda la materia edilizia,  la questione è abbastanza delicata e credo che riguarderà quasi 108 residenti marcianisani.
 Con il decreto legge del 30 settembre 2003, numero 269, converti­to  nella legge 24 novembre 2003, la numero 326, segnatamente all'articolo 32 al punto 25, è stata data l'opportunità di pre­sentare domande di concessione in sanatoria, cosiddetto condono edilizio, a tutti coloro che avevano realizzato immobili ed ulti­mati entro la data del 31 marzo 2003. Segnatamente l'articolo co­sì recita per quella parte che ci interessa: "Le disposizioni di cui ai capi 4 e 5 della legge 28 febbraio '85, numero 47, e suc­cessive modifiche ed integrazioni, come ulteriormente modificate dall'articolo 39 della legge 23 dicembre 1994, numero 724, e suc­cessive modificazioni ed integrazioni, nonchè dal presente arti­colo, si applicano le opere abusive che risultano ultimate entro il 31 marzo 2003 e che non abbiano comportato ampliamento del ma­nufatto superiore al 30 % della volumetria della costruzione ori­ginaria od in alternativa un ampliamento superiore a 750 metri cubi. Le suddette disposizioni trovano altresì applicazioni alle opere abusive realizzate nel termine di cui sopra, relative a nuove costruzioni residenziali non superiori a 750 metri cubi per ogni singola richiesta di titolo abilitativo edilizio, a condi­zione che la nuova costruzione non superi complessivamente i 3 mila metri cubi". Il comma 32 dispone che, la domanda per conse­guire questo titolo abilitativo in sanatoria doveva essere pre­sentata, pena di decadenza, tra l'11 novembre 2004 ed il 10 di­cembre 2004, corredato ovviamente da tutta quanta la documenta­zione necessaria per il conseguimento del titolo stesso, sta di fatto che, con la legge regionale del 18 novembre 2004, la numero 10 pubblicata in pari data ne "La Gazzetta Ufficiale", quindi 7 giorni dopo il termine utile previsto dalla legge nazionale per la presentazione della domanda di condono, venivano stabiliti dei limiti volumetrici per l'accesso al condono edilizio, in partico­lare l'articolo 4 testualmente recita: "Possono accedere al con­dono edilizio le opere abusive rentranti tra le tipologie di cui allegato 1 del decreto legge 269/03, se le stesse hanno compor­tando un ampliamento del manufatto inferiore al 15 % della volu­metria della costruzione originaria, sempre che l'ampliamento non superi complessivamente 250 metri cubi". Quindi come vediamo, è prevista la possibilità di presentare domande di condono soltanto se è stato realizzato un ampliamento di un manufatto esistente, mentre la legge nazionale prevedeva un ampliamento con un'abilità di ampliamento superiore e tralascia la possibilità di condonare costruzioni che non costituiscono ampliamento ma realizzazioni ex novo. Sulla base di questa legge regionale, cittadini marcianisa­ni che avevano perpetrato un abuso ma che avevano titolo perchè rientravano nelle condizioni previste dall'articolo 32 del decre­to legge 269/03 per la presentazione della domanda di condono, alla luce di questa legge regionale non hanno avanzato domanda di condono al Comune di Marcianise. Il 10 febbraio 2006 la Corte Co­stituzionale con la sentenza numero 49 ha dichiarato l'incostitu­zionalità dell'articolo 4 della legge regionale campana del 18 novembre 2004, numero 10, cioè quella che abbiamo letto poco fa. In base all'articolo 136 della Costituzione, una sentenza dichia­rativa di incostituzionalità di una norma ha effetto retroattivo; alcuni soggetti hanno poi presentato domanda di condono ovviamen­te dopo la pubblicazione di questa sentenza della Corte Costitu­zionale, e l'ufficio ha respinto la domanda di condono perchè fuori termine,altri cittadini invece stante il rigore della legge regionale non hanno presentato alcuna domanda di condono .
Il quesito che pongo al Sindaco ed all’assessore  e credo che vada poi rimandato come quesito al Ministero è che, è mai possibile che l'incostitu­zionalità di una norma regionale, decretata ben due anni dopo, e quindi spirati i termini utili per la presentazione della domanda di condono possa compromettere definitivamente alcuni soggetti che avevano titolo per conseguire la domanda in sanatoria? E' mai possibile una cosa del genere od è il caso di presentare un que­sito al Ministero, anche perché mi risulta che ci sono 108 casi scelti dalla Regione Campania e dal Commissariato di Governo in­dividuati per immobili marcianisani per i quali ci sarà l'acqui­sizione gratuita al patrimonio comunale del fabbricato e dell'a­rea di sedime, per alcuni già sono stati acquisiti al patrimonio comunale fabbricati con relativa area di sedime, quindi fabbri­cati ex novo che, se avessero presentato e se non ci fosse stata la norma regionale, se avessero presentato la domanda di condono, ma c'è anche chi ha fatto il semplice sottotetto in difformità rispetto al permesso di costruire, e quindi si parla di un am­pliamento che rientrava nei cosiddetti 750 metri cubi, anche co­storo hanno presentato domanda di condono ed è stata trasferita la proprietà al Comune di Marcianise non solo il sottotetto ma come per legge anche dell'area di sedime per la realizzazione di strutture simili, quindi lo spazio circostante all'abitazione.
Il mio è un invito   al Sindaco  ed all’assessore  competente affinchè sia posto un quesito al Ministero, perchè indubbiamente  c'è un vuoto legislativo che doveva essere colmato, nessuno ha colmato questo vuoto legislati­vo, forse i casi non si sono presentati per le altre regioni lad­dove ci sono state norme regionali più restrittive come quella della Regione Campania, però un dato è certo, che i cittadini di Marcianise o quelli che avevano titolo per poter conseguire una concessione in sanatoria si trovano sfavoriti rispetto a cittadi­ni di altre regioni per le quali norme regionali più restrittive e poi dichiarate incostituzionali non sono state varate dalla re­gione di appartenenza. E' una questione abbastanza delicata che potrebbe poi anche diventare un problema di ordine pubblico, perchè quando si andrà a demolire queste costruzioni o quando si andrà a prendere possesso di queste costruzioni non credo che sarà facile, senz'altro ci saranno delle ribellioni da parte dei soggetti i quali non si rendono ancora conto, almeno tutti, di quello che sta accadendo alle loro proprietà. Quali determinazione intende assumere l’amministrazione per scongiurare disparità di trattamento, esempio pratico :   colui che ha commesso un abuso  Roma   lo ha potuto sanare a mente della cosiddetto condono BERLUSCONI mentre colui che ha commesso un uguale  abuso a Marcianise non ha potuto presentare domanda di condono, per cui il primo ha visto sanato il proprio manufatto con incremento anche del suo patrimonio ed il secondo no e peraltro con decremento del suo patrimonio perche dovrà accollarsi le spese di demolizione dell’edificio .