sabato 14 febbraio 2009

Il nostro ruolo di opposizione non è mai stato in dubbio

Lo scorrere dei giorni fa emergere in maniera evidente il grado di confusione che regna nella nostra città anche dopo la sentenza del TAR Campania che ha annullato il decreto di scioglimento del Consiglio Comunale disposto dal Ministro degli Interni. Evidentemente la bufera che è conseguita allo scioglimento ha amplificato uno stato di cose che pure da sempre era nell’aria. Da sempre, dal giorno successivo alle elezioni comunali del 2006. Con il decreto di scioglimento, poi, comincia da subito la corsa a "prendere le distanze" e, quindi, il posizionamento per il rilancio personale. Si sa che nella confusione anche le figure non di rilievo avvertono quei "pruriti" che, nel caso specifico, hanno comportato alcune esagerazioni che non vale ritrattare nel momento in cui c’è il ripristino della condizione quo ante.

Il ricorso ad "aperture" e buoni propositi non fanno altro che alimentare la denunziata confusione dalla quale abbiamo cercato di tenerci fuori. Non siamo intervenuti finora nella (malriposta) speranza che il decorso del tempo necessario alla ripresa dei lavori consiliari fosse strettamente tecnico e ci fosse consentito esprimerci in Consiglio Comunale. Dobbiamo ora constatare che ci troviamo nel pieno di una crisi politica della quale la città, che tutti loro dicono di "avere a cuore", non aveva necessità. Con i distinguo di taluni e le contorsioni logiche ed ideologiche di altri di questi giorni abbiamo la conferma della nostra antica valutazione di una maggioranza informe e raffazzonata come non mai, dove tutti sono ostaggio del singolo di turno ed il singolo è ostaggio di tutti. Le aperture, pertanto, sono malamente motivate ed il principio del dialogo invocato in maniera assolutamente tardiva. Sono un paravento e "strumento di convincimento" utili solo alla resa dei conti tutta interna a questa maggioranza (se ancora è tale). Riteniamo che il dialogo tra maggioranze e minoranze consiliari, infatti, non si instaura in un dato momento ma è insito nella partecipazione istituzionale. Le modalità ed i tempi sono dettati dalla legge, dagli statuti e dai regolamenti, quelli che noi abbiamo vanamente invocati nei trascorsi otto anni in cui abbiamo sempre fornito e dato il nostro apporto al confronto anche nei momenti in cui ci siamo resi conto che si trattava di un soliloquio da parte nostra. Oggi, ancora nel completo rispetto dei ruoli, senza alcuna confusione, abbiamo da continuare sulla strada intrapresa, seduti nei banchi della opposizione ad una amministrazione che non abbiamo condiviso negli atti ma alla quale non abbiamo fatto mancare il nostro apporto di idee ed assunzioni di responsabilità nel momento in cui le scelte erano sostenibili. Anche in queste occasioni, tuttavia, siamo stati tenuti ai margini, tale era il loro delirio di onnipotenza.

Oggi nulla abbiamo da cambiare, rimaniamo opposizione vigile ed attenta ai bisogni della città. Imparino loro ad avere maggiore rispetto delle minoranze consiliari, delle forme di partecipazione che a queste sono riservate, degli spazi di democrazia. Non capiti più al Consiglio Comunale di essere considerato un fastidioso pedaggio da pagare in termini di tempo per conseguire il proprio tornaconto politico. Si vada oltre le enunciazioni di principio e non ci capiti più di non avere risposte alle nostre interrogazioni ed interpellanze; non capiti più, ad esempio, quello che è successo in ordine al Forum dei Giovani ed anzi si metta mano alla sua attivazione; non capiti più di avere una posizione a tutela della propria parte politica sulle scelte ambientali; non capitino più omissioni sui temi della occupazione; non capitino più disattenzioni sui comportamenti della struttura e della dirigenza; non capitino più le numerose ed incresciose vicende vissute sulla pelle dei consiglieri comunali di opposizione.

Ci aspettiamo un ravvedimento operoso da parte del Sindaco e della maggioranza consiliare. Lo devono alla minoranza consiliare che, a valutare i numeri della consultazione elettorale amministrativa, rappresenta almeno il quaranta per cento della città. Le enunciazioni di principio lasciano il tempo che trovano e, considerando i primi passi, questi non configurano rosei presagi.