La società non paga gli agricoltori, ma incassa 144milioni di euro dagli olandesi e si prepara a vendere i lotti non edificabili di Maddaloni
L'imprenditore non versa un centesimo di tasse dal 2000: ecco i debiti con il Comune
MARCIANISE. Da volano per lo sviluppo provinciale a strutture da vendere a lotti sulla quale non è stato creato nulla o quasi: sembra essere questo il destino dell'interporto di Marcianise Maddaloni.
Questa almeno è l'impressione che si ha alla luce della denuncia del capogruppo dell'Udc Giacomo Tartaglione sulle modalità di gestione dell'area da parte dell'Interporto Sud Europa di Giuseppe Barletta. «L'area a ridosso del Comune di Maddaloni - ha esordito Tartaglione - è stata divisa in lotti che sembrano essere pronti per essere venduti». L'esponente dell'Udc sottolinea come questa operazione, nel caso in cui dovesse essere portata a termine esporrebbe l'amministrazione a forti rischi. «L'accordo di programma è scaduto il 16 ottobre del 2006 e, quindi. in quei lotti non può essere effettuata alcun tipo di costruzione, anche perché non vi sono licenze edilizie antecedenti a quella data rilasciate in Comune - ha specificato l'esponente dell'Udc - tra le altre cose, proprio in virtù della scadenza dell'accordo di programma, quegli stessi lotti non possono essere venduti, dal momento che dovrebbero tornare nelle mani dei proprietari iniziali». L'accordo di programma dice che, nel caso in cui in cinque anni non dovesse essere realizzato alcun progetto di pubblica utilità, così come è successo per l'ìnterporto, quelle aree devono tornare nelle mani dei proprietari espropriati. «Questa operazione - riprende - espone la società interporto e il Comune anche a possibili richieste di risarcimenti danni».
In questo momento, infatti, i proprietari dei terreni, sono gli unici ad essere stati danneggiati dalla nascita dell'interporto visto che non hanno percepito ancora un centesimo per i contestatissimi espropri, effettuati ad una cifra modica, appena 3,40 euro al metro quadro. Di contro, Barletta, per la cessione di quel territorio, ha incassato fior di quattrini.
Nell'ambito dell'accordo con la società olandese Coiro, infatti, nelle casse dell'ìnterporto sono finiti 144.533.348,80 euro (centesimo più, centesimo meno, circa trecento miliardi delle vecchie lire). Di questa somma, 85.843.357,94 euro, sono stati oggetto dì una compensazione commerciale tra le due partì.
Questa almeno è l'impressione che si ha alla luce della denuncia del capogruppo dell'Udc Giacomo Tartaglione sulle modalità di gestione dell'area da parte dell'Interporto Sud Europa di Giuseppe Barletta. «L'area a ridosso del Comune di Maddaloni - ha esordito Tartaglione - è stata divisa in lotti che sembrano essere pronti per essere venduti». L'esponente dell'Udc sottolinea come questa operazione, nel caso in cui dovesse essere portata a termine esporrebbe l'amministrazione a forti rischi. «L'accordo di programma è scaduto il 16 ottobre del 2006 e, quindi. in quei lotti non può essere effettuata alcun tipo di costruzione, anche perché non vi sono licenze edilizie antecedenti a quella data rilasciate in Comune - ha specificato l'esponente dell'Udc - tra le altre cose, proprio in virtù della scadenza dell'accordo di programma, quegli stessi lotti non possono essere venduti, dal momento che dovrebbero tornare nelle mani dei proprietari iniziali». L'accordo di programma dice che, nel caso in cui in cinque anni non dovesse essere realizzato alcun progetto di pubblica utilità, così come è successo per l'ìnterporto, quelle aree devono tornare nelle mani dei proprietari espropriati. «Questa operazione - riprende - espone la società interporto e il Comune anche a possibili richieste di risarcimenti danni».
In questo momento, infatti, i proprietari dei terreni, sono gli unici ad essere stati danneggiati dalla nascita dell'interporto visto che non hanno percepito ancora un centesimo per i contestatissimi espropri, effettuati ad una cifra modica, appena 3,40 euro al metro quadro. Di contro, Barletta, per la cessione di quel territorio, ha incassato fior di quattrini.
Nell'ambito dell'accordo con la società olandese Coiro, infatti, nelle casse dell'ìnterporto sono finiti 144.533.348,80 euro (centesimo più, centesimo meno, circa trecento miliardi delle vecchie lire). Di questa somma, 85.843.357,94 euro, sono stati oggetto dì una compensazione commerciale tra le due partì.
Se, come detto, i contadini non hanno beneficiato della presenza dell’interporto, non si può dire che lo abbia fatto il Comune. E' dal 2003, infatti, che Barletta non versa un centesimo nelle casse del Comune guidato dal sindaco Filippo Fecondo per Ici e Tarsu. Era il 23 settembre, quando la società versò 10.299,67 euro per le imposte, somma non ritenuta adeguata dal Comune, Il 31 ottobre del 2005, l'amministrazione inviò un avviso di accertamento di 24.445,67 per il 2000, a cui si devono aggiungere 72.318 per il 2001, somme contro le quali l'Interporto ha fatto ricorso alla commissione tributaria, e 72.318 peri il 2002.
«Il Comune è nettamente in ritardo nella riscossione di queste somme - spiega Tartaglione - l'assessore Enzo Foglia rischia di far prescrivere il credito, con grave danno per le finanze comunali».
«Il Comune è nettamente in ritardo nella riscossione di queste somme - spiega Tartaglione - l'assessore Enzo Foglia rischia di far prescrivere il credito, con grave danno per le finanze comunali».
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(articolo apparso su "Gazzetta di Caserta" di Giovedì 1 novembre 2007 a firma di Franco Marino)