sabato 15 settembre 2007

Lotta alla mafia: Esercito si, Esercito no

Il delegato nazionale del Co.Ce.R. Esercito Girolamo Foti espone il suo punto di vista riguardo dibattito politico – istituzionale: "Esercito si o no in Sicilia”.
«L'Italia ed in particolare il mondo politico –ha dichiarato Girolamo Foti– devono aver maggior rispetto verso l'esercito, istituzione prestigiosa da sempre al servizio della patria. Noi garantiamo –ha continuato il delegato Co.Ce.R- Esercito- la sicurezza globale nel mondo e in Italia ivi compreso, quando il nostro esercito fu impiegato contro l’emergenza “mafia”, in Sicilia. Il sottoscritto -ha ribadito Foti- è stato impegnato per due anni nell'operazione “Vespri siciliani” vivendo in prima persona questa esperienza". Migliaia di militari hanno pacificamente svolto il proprio servizio di sicurezza in Sicilia, presidiando posizioni preziose e riaffermando visivamente la presenza e l'autorità dello Stato anche solo con la dimostrazione di disciplina ed efficienza data dai reparti in armi. Migliaia di Ufficiali, Sottufficiali e Volontari , con il loro intervento hanno liberato altrettante forze destinate alla caccia ai mafiosi. I risultati sono stati immediati. Basti pensare alla cattura di superlatitanti del calibro di Totò Riina, che in precedenza risiedeva tranquillamente a Palermo, o di Leoluca Bagarella Il quale sfrontatamente aveva scelto il proprio domicilio a pochi metri dall’abitazione del magistrato Guido Lo Forte. I cittadini pian piano hanno cominciato a sentire più vicine e sensibili le istituzioni . Durante l’”Operazione Vespri” alcune aziende erano vigilate dai militari per evitare eventuali attentati. “ Gli unici infastiditi dalla nostra presenza – ha ripreso Foti – erano i mafiosi e la criminalità organizzata che per causa nostra avevano enormi difficoltà a gestire traffici illeciti”. “Mentre nei salotti – ha concluso il delegato Co.Ce.R- si discute l’opportunità o meno di utilizzare l’esercito, gli omicidi sono ormai all’ordine del giorno in Campania, Calabria e in Sicilia e i cittadini ed in particolare gli imprenditori, sono costretti a convivere con la paura della mafia. Per debellare “Cosa Nostra” servono atti concreti e non parole che non risolveranno mai la questione criminalità organizzata».

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